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Finanza & Personaggi
11 Luglio 2025 - 08:21
Massimo Segre verso il processo per abusivismo bancario. Un'inchiesta nata dagli accertamenti di Banca d'Italia e che ha coinvolto inizialmente 25 persone (adesso ridotte a 17). Una nuova grana giudiziaria, quindi, per il "banchiere dei Vip", già nei guai per gli strascichi della sua rottura con Cristina Seymandi che fu il gossip dell'estate, due anni fa.
A comunicare la richiesta di rinvio a giudizio è la stessa Directa Sim, la società di intermediazione immobiliare presieduta da Massimo Segre, per via degli obblighi di trasparenza sui mercati borsistici: "Directa SIM S.p.A. - dice la nota diffusa alla stampa - comunica che la Procura della Repubblica di Torino ha notificato la decisione di chiedere il rinvio a giudizio per alcune persone fisiche e giuridiche per le ipotesi di reato di cui all'avviso di chiusura delle indagini del 28 febbraio scorso".
Come detto, gli indagati sono scesi da 25 a 17. L'inchiesta era nata in seguito a un'ispezione degli ispettori di Bankitalia negli uffici della Directa, in via Bruno Buozzi 15 a Torino. Secondo l'accusa, la società a cavallo fra 2019 e 2023 avrebbe amministrato circa 300 milioni di euro l'anno della clientela istituzionale per finanziare altri istituti di credito in difficoltà finanziarie, con tassi di interesse superiori a quelli corrisposti ai depositanti. Quindi, a tutti gli effetti, per la Procura avrebbe agito come una vera e propria banca e non una Sim.
I reati contestati nell'avviso di conclusione delle indagini sono abusivismo bancario, falso in bilancio, corruzione fra privati e abusiva attività di mediazione creditizia. Riguardo a questo, la nota di Directa puntualizza che "per quanto riguarda l’ipotesi di falso in bilancio, non viene contestato nessun numero dello stato patrimoniale o del conto economico, ma solamente dei passaggi della nota integrativa, e che si tratta di ipotesi che riguardano attività da tempo cessate".
Segre è anche sotto accusa per bancarotta e truffa ai danni dello Stato per via del salvataggio della Savio Thesan, un'azienda specializzata nella produzione di componenti per serramenti in Val di Susa, di cui era presidente del consiglio di amministrazione e per cui finì a già processo per reati fiscali, venendo assolto. Questa volta, però, al centro ci sarebbe il passaggio di quote alla società della allora futura moglie Cristina Seymandi, con cui ruppe il fidanzamento in modo clamoroso, a una festa di compleanno, con un video che divenne virale. Secondo gli inquirenti, che si basano anche su chat della stessa Cristina, quel passaggio di quote - poi Seymandi ha nuovamente ceduto le stesse all'attuale amministratore delegato della società - sarebbe stato fittizio.
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