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Corna e maniglie d'oro: il banchiere dei Vip sotto inchiesta per truffa (con le chat di Cristina)

La Procura indaga su Massimo Segre per il crac Savio e i due milioni di euro ottenuti da Finpiemonte

Crac Thesan: Massimo Segre e l'Inchiesta su Bancarotta e Truffa allo Stato

Dallo scandalo dell'estate con tradimenti svelati in un video virale alle maniglie d'oro con diamanti, un intricato quanto visibile intreccio di affari e relazioni personali si è trasformato in un caso giudiziario che scuoterà di nuovo la Torino Bene. Al centro dell'inchiesta della Procura di Torino, condotta dai pubblici ministeri Giulia Rizzo e Roberto Furlan, rispunta Massimo Segre, noto finanziere e banchiere, presidente della Directa Sim che conta fra i suoi clienti nomi importanti di Torino, dalla cerchia degli Agnelli - è la sua Ipi che sta vendendo lo stabilimento ex Maserati di Grugliasco - a calciatori, già al centro delle cronache per vicende personali e professionali. L'accusa è pesante: bancarotta e truffa ai danni dello Stato, reati che si intrecciano con le sorti della Savio Thesan, un'azienda specializzata nella produzione di componenti per serramenti in Val di Susa.


UN CONCORDATO CONTROVERSO
L'indagine si concentra sul concordato preventivo del 2020, un tentativo di salvataggio per un'azienda sull'orlo del crac, con debiti che sfioravano i 100 milioni di euro. Segre, che tra il 2018 e il 2020 ha presieduto il consiglio di amministrazione della società, ha giocato un ruolo chiave nel tentativo di risanamento. Tuttavia, le modalità di questo salvataggio - che già apparivano "particolari" a chiunque si occupi di economia - sono ora sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. L'operazione di ristrutturazione del debito, che ha visto l'intervento della Hope, società fondata da Segre stesso, è stata sostenuta da un finanziamento di 2 milioni di euro erogato da Finpiemonte, la finanziaria della Regione Piemonte.



FINANZIAMENTI PUBBLICI E AFFARI PRIVATI
Il finanziamento di Finpiemonte, destinato a salvaguardare 153 posti di lavoro, è uno degli elementi centrali dell'inchiesta. La Hope, inizialmente controllata dal figlio di Segre e successivamente passata nelle mani di Cristina Seymandi, all'epoca fidanzata del finanziere, ha rilevato la Savio Thesan nel 2022. Questo passaggio di quote e il ruolo di Segre come garante dell'operazione sollevano interrogativi sulla trasparenza delle manovre finanziarie e sulla legittimità del contributo pubblico.



LE OMBRE DEL PASSATO
Non è la prima volta che Segre si trova al centro di controversie legali. Già in passato, insieme ad Aimone Balbo di Vinadio, ex amministratore delegato della Savio Thesan, era stato accusato di mancato pagamento di imposte per un totale di 3,5 milioni di euro. Mentre Balbo di Vinadio ha optato per lavori di pubblica utilità, Segre è stato assolto in dibattimento. E anzi in occasione di quel processo erano stati sottolineati i tentativi di salvataggio dell'azienda a opera del finanziere e banchiere. Tuttavia, le nuove accuse di bancarotta e truffa gettano ulteriori ombre sulla sua figura.



UN INTRICATO INTRECCIO DI RELAZIONI
L'inchiesta non può prescindere dal contesto personale che ha visto Segre e Seymandi protagonisti di uno scandalo mediatico. La loro separazione, avvenuta in modo clamoroso e pubblico, ha portato alla luce una serie di chat sospette che hanno contribuito ad alimentare i sospetti degli inquirenti.

Perché al momento in cui la Hope rileva la Savio, Seymandi diventa presidente e ceo, nonostante mai si sia occupata di imprenditoria e manifatture, anzi era vicina ai 5 Stelle e alla ex sindaca Chiara Appendino occupandosi di pubbliche relazioni. Nonostante questa inesperienza, la governance dell'azienda ottiene fiducia (e finanziamento).

Poi, però, ecco lo scandalo dell'estate: alla festa di compleanno di Cristina, nonché per le imminenti nozze, Segre fa un discorso pubblico rivelando presunti tradimenti e rompe il fidanzamento. Il video diventa virale, ma quello che riguarda la procura è il fatto che anche il patto d'affari si rompe: una volta che la Savio è salva, e la produzione rilanciata (tra i nuovi prodotti, anche maniglie in oro e brillanti, destinate ai mercati arabi), e Segre assolto nel precedente processo, le quote di Cristina Seymandi passano a Nash Abramov, attuale ceo ma soprattutto uomo di fiducia di Segre, e la donna diventa solo vicepresidente, prima di uscire del tutto dalla società. 

La separazione burrascosa dei due ha portato a una contesa civilistica sanata con un accordo economico secretato, ma gli atti - come spiega il dorso torinese del Corriere della Sera - sono finiti alla Procura per una serie di chat dove vi sarebbero elementi che, per i pm, comproverebbero gli elementi dell'accusa. Seymandi, in sostanza, sarebbe stata solo la prestanome del banchiere (e viene da chiedersi come gli esperti di Finpiemonte non vi abbiano fatto caso...).

IL FUTURO DELL'INCHIESTA
Mentre le indagini proseguono, il caso Thesan rappresenta un esempio emblematico di come affari e relazioni personali possano intrecciarsi in modi inaspettati, con conseguenze potenzialmente devastanti. La questione dei finanziamenti pubblici e della loro gestione rimane un tema cruciale, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull'uso corretto delle risorseNon a caso la vicenda ha un filone parallelo in una contesa al Tar, in quanto Finpiemonte, resasi conto del pesante intreccio familiare delle quote della Savio, ha di fatto chiesto indietro i due milioni di euro.

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