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Estate al buio

Blackout estivi: come ottenere risarcimenti per danni agli elettrodomestici

Cosa prevede la normativa, quando scatta l’indennizzo automatico e come presentare un reclamo efficace

Blackout estivi: come ottenere risarcimenti per danni agli elettrodomestici

Durante l’estate, con le temperature in costante aumento, i blackout elettrici diventano episodi tutt’altro che rari. Il sovraccarico della rete causato dall’uso massiccio di condizionatori e altri dispositivi può provocare interruzioni dell’energia in molte aree del Paese, compresa Torino, in cui i blackout continui in diverse zone della città hanno causato non pochi disagi a cittadini e attività commerciali. Queste sospensioni improvvise, anche se brevi, possono però generare danni significativi, specialmente agli elettrodomestici e ai dispositivi elettronici più sensibili.

Dai frigoriferi che smettono di funzionare – compromettendo la conservazione dei cibi – ai router o ai terminali per i pagamenti che si guastano, le conseguenze possono essere concrete. Quando questi disagi si verificano, esistono strumenti per tutelare i consumatori e ottenere un rimborso, come previsto dalle disposizioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera).

Indennizzi automatici e risarcimenti: le differenze

Nel caso in cui l’interruzione della fornitura superi una determinata durata – quattro ore nei centri urbani, otto in aree meno popolate – scatta automaticamente un indennizzo. L’importo base parte da 30 euro e viene accreditato direttamente in bolletta. La cifra può aumentare proporzionalmente alla durata e alla gravità del disagio.
Se invece il blackout causa danni materiali, come la rottura di un elettrodomestico o la perdita di alimenti conservati, è possibile avviare una procedura specifica per richiedere un risarcimento. In questo caso, è necessario presentare un reclamo formale al proprio gestore.

Come presentare reclamo in caso di danni

Per segnalare il danno, il consumatore deve inviare una comunicazione scritta dettagliando l’accaduto. È importante allegare tutte le prove disponibili: foto del guasto, scontrini d’acquisto, eventuali relazioni tecniche di un esperto o certificazioni del danno.
Se il gestore non risponde entro i termini previsti, o rifiuta la richiesta senza motivazioni valide, è possibile ricevere un indennizzo per il ritardo nella gestione del reclamo, che può variare tra i 25 e i 75 euro.

A chi rivolgersi e cosa fare in caso di mancata risposta

Se il distributore non fornisce riscontro o il problema persiste, si può chiedere l’intervento di Arera tramite lo Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente. In alternativa, in situazioni complesse o danni gravi, si può valutare il ricorso legale. In molti casi, l’azione collettiva può rappresentare la strada più efficace per far valere i propri diritti.

Anche un’interruzione temporanea della corrente può avere conseguenze serie. Sapere come agire – tra segnalazioni, documentazioni e reclami – è fondamentale per ottenere i rimborsi previsti e per far valere le proprie tutele. La normativa esiste, ma spetta al consumatore attivarsi con prontezza e precisione.

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