l'editoriale
Cerca
Finanza & Sport
14 Luglio 2025 - 08:30
L'oro (a tonnellate) in Svizzera e i dollari, anche virtuali, in Africa. Da Casale Monferrato e Genova a San Salvador e, passando per Dubai, fino all'Africa: non solo Nigeria, con cui è stato siglato l'accordo più importante, ma anche Ghana, Zanzibar, Sudafrica. Questa la geografia di Tether, il socio (poco gradito) di John Elkann nella Juventus, l'emittente di stablecoin che ha proiettato i due italiani Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino nell'olimpo dei miliardari italiani. Ma cosa significa questa strategia?
Partiamo dalle basi: Tether emette una stablecoin, ossia una criptovaluta ancorata a beni materiali o durevoli, a differenza del Bitcoin che è estremamente volatile. Nel caso di Tether, per l'USDT, si tratta del dollaro americano, garantito in rapporto 1:1. E poi c'è lo XAUt, che sta imponendosi come il prodotto più diffuso nel mondo delle cripto: è una cripto non ancorata a una moneta bensì all'oro. Al momento a una quota di mercato del 52% corrisponde una capitalizzazione di 818 milioni di dollari. Una XAUt vale circa 3.321 dollari, garantita alla pari da un'oncia di oro.
E Tether, con il suo ramo Tether Gold, deve detenere necessariamente ingenti quantità d'oro. Al momento, secondo documenti della società - che rende note le sue riserve, ma non pubblica un vero e proprio bilancio -, la riserva sarebbe di quasi 8 tonnellate di oro custodite in un caveau in Svizzera. Quella Svizzera dove Devasini risulta ancora cittadino e dove, a Lugano, gli esercizi pubblici hanno ormai autorizzato le transazioni in criptovalute. Addirittura a Lugano c'è anche una statua dedicata al creatore delle criptovalute, Satoshi Nakamoto (vero nome sconosciuto), opera di Valentina Picozzi, ossia la compagna di Devasini.
Il quale sappiamo bene essere nato a Torino e cresciuto a Casale Monferrato, laureato in medicina ma da sempre attivo nel mondo dell'informatica. A lui - dopo un brutto inciampo nel 1999 con una causa che gli è costata 100 milioni di risarcimento a Microsoft - si deve la creazione della piattaforma di blockchain da cui nasce Tether. Al momento, questo sessantenne enigmatico che non rilascia interviste e non si sa bene dove viva ha un patrimonio stimato di 9,2 miliardi di dollari.
Il suo socio, e ceo di Tether, esperto informatico, considerato lo stratega che ha trovato le giuste chiavi informatiche per blindare Tether, è Paolo Ardoino, l'uomo che parla, che individua le strategie di investimento e che sta guidando la corsa all'allargamento di Tether nel mondo. Per lui, un patrimonio di 3,2 miliardi di dollari.
Al di là delle classifiche di Forbes, i due sono emersi alla grande ribalta nel momento in cui hanno scalato il capitale azionario della Juventus: al momento hanno oltre il 10% della società e sono il secondo azionista (Exor, con il 64%, è inattaccabile). Vorrebbero partecipare all'aumento di capitale, lavorare per il rafforzamento tecnologico e sportivo della squadra di cui sono tifosi. Ma Elkann, pare, li frena. Perché?
Perché in Europa si dibatte sulla poca trasparenza di Tether: non ha l'autorizzazione del Mic a operare in Europa in quanto non ha il 75% circa delle proprie riserve in banche europee. I capitali, come abbiamo visto, sono in oro e dollari. Ardoino ha ripetuto più volte che Tether detiene circa il 15% del debito pubblico americano, sotto forma di titoli del Tesoro.
_____________________________________________
_____________________________________________
E ora la strategia, dopo l'esperienza San Salvador che ha adottato le cripto come valuta ufficiale accanto al dollaro, è quella dell'Africa. In Nigeria, Tether ha stretto un accordo fondamentale con Quidax, un'agenzia di scambio di cripto regolamentata dal governo (che, peraltro, nei mesi scorsi ha letteralmente cacciato dal Paese un operatore, tenendone anche in carcere per mesi un manager con l'accusa di racket). Il motivo? I nigeriani sono letteralmente innamorati delle criptovalute: il grande nemico del popolo nigeriano - pure a fronte di una economia che tra strumenti di sviluppo, petrolio e vecchi affari illegali è in crescita - è l'inflazione. Non a caso, prima di Tether, diversi operatori sono stati accusati di svalutare la Naira, ossia la valuta locale (vale circa 0,00056 euro). L'USDT di Tether garantisce invece, addirittura sul telefonino, dollari "contanti".
Stesso ragionamento, ma più articolato, nel resto dell'Africa, come in Ghana e Sudafrica, dove l'obiettivo di Tether è che la XAUt sia adottata anche dalla pubblica amministrazione (scambio alla pari con oro e altre risorse del Sudafrica?). In Guinea invece nei mesi scorsi è stato raggiunto un accordo per il progetto "Innovation City", che mira a promuovere il progresso tecnologico nel paese dell'Africa occidentale.
A Zanzibar l'accordo con la e-Government Agency (eGaz) prevede di promuovere l'educazione alla blockchain (lo strumento su cui "viaggiano" gli scambi di criptovalute) e incentivare l'adozione delle criptovalute nella regione, Tether ha lanciato un'iniziativa che prevede il supporto alle istituzioni locali nell'integrazione di contenuti blockchain nei programmi scolastici. Inoltre, l'iniziativa offrirà accesso alle stablecoin attraverso la piattaforma di pagamenti digitali del governo, ZanMalipo.
Accordi simili sono stati siglati in Turchia, negli Emirati Arabi Uniti, in Uzbekistan e di recente in Thailandia, puntando anche ai mercati asiatici. Il punto di forza della strategia sembrano dunque i mercato emergenti, con la maggiore diffusione delle criptovalute. Mentre "in sede" Tether sta rafforzandosi anche nell'ambito del mining (ossia la procedura di "estrarre" la criptovalute, creando porzioni di codice e di crittografia per cui ogni utente espande e rafforza la blockchain) e punta forte su attività fisiche: dalle biotecnologie con la Blackrock Neurotech (che progetta l'impianto di chip per restituire funzioni neurologiche alle persone), nell'agricoltura, nelle energie rinnovabili con il 70% della sudamericano Adecoagro, naturalmente nel fintech per esempio con la società di analisi Crystal Intelligence che opera per la sicurezza delle blockchain, poi la Twenty One, partecipata dalla giapponese Soft Bank, per accumulare Bitcoin (in questo momento con un valore superiore ai 121.000 dollari) e sviluppare prodotti finanziari e mediatici legati alla criptovaluta. Società che sarà quotata al Nasdaq americano.
E in Italia, patria dei due geniacci miliardari? La Juventus, tifo a parte, sembra essere la porta d'ingresso, fra il valore del brand e la quotazione in Borsa. Oltre alla possibilità di entrare nel cda e indirizzare scelte strategiche (il prossimo passo potrebbe essere comprare "pezzi" di Gedi dopo Choramedia di Guido Maria Brera?) della società. Ma, in vista dell'aumento di capitale, Elkann non sembra particolarmente ben disposto verso i due (sostengono loro). Di certo a nessuno è sfuggito che i giornali del Gruppo, compreso l'Economist, abbiano sparato ad alzo zero, anche con la partecipazione delle analisi del Premio Nobel Paul Krugman.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..