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Juve, il nuovo socio (che sfida Elkann) ha 7,7 tonnellate d'oro

Nella cassaforte di Tether un tesoro in lingotti: ecco a cosa servono

Juve, il nuovo socio (che sfida Elkann) ha 7,7 tonnellate d'oro

Il nuovo socio della Juventus è una miniera d'oro. E non in senso metaforico, ma per le reali scorte di oro nella propria cassaforte: parliamo di 7,7 tonnellate di oro, per una stima attorno al mezzo miliardo di dollari. Che possano servire per finanziare una ricca campagna acquisti per i bianconeri?

Nella realtà la scorta d'oro è un asset fondamentale per Tether, il big delle criptovalute che di recente è salito oltre il 10% dell'azionariato della Juventus, ponendosi (ampiamente) alle spalle del primo azionista, Exor, ossia John Elkann. Tether, di proprietà del miliardario torinese Giancarlo Devasini e del genovese, nonché ceo della società, Paolo Ardoino, entrambi juventini, oltre alla stablecoin ancorata al dollaro (che ha fruttato utili netti per oltre 13 miliardi di dollari nel 2024) emette token d'oro.

Si tratta della valuta virtuale di Tether Gold ossia la XAUt, che sta imponendosi come il prodotto più diffuso nel mondo delle cripto: la sua quota di mercato è del 52%, con una capitalizzazione di 818 milioni di dollari. Una XAUt vale circa 3.321 dollari, garantita alla pari da un'oncia di oro. Per tale ragione, la Tether deve accumulare una certa quantità di oro per garantire la propria valuta.

Secondo documenti resi noti dalla stessa società di Devasini e Ardoino, nel primo trimestre Tether Gold deteneva, in un caveau in Svizzera, 7,7 tonnellate d'oro: nello specifico, al 31 marzo 2025, risultavano 611 lingotti da 12,5 kg, 15 da 1 kg e 18 da 0,5 kg, per un totale di 246.524 once troy (31,1 g). Una parte a copertura dei token già emessi, ma restano in vendita ancora 65.747 XAUt, ossia circa 205 milioni.

report riserve tether

Inutile dire che il business di Devasini e Ardoino è spinto dall'andamento dell'oro, in una situazione di costante bull market, nel corso del quale ha toccato anche la quota di 3.500 dollari all'oncia. Una vera corsa a uno dei beni rifugio più classici, ma anziché l'acquisto di lingotti fisici, gli investitori preferiscono questo "titolo virtuale".

I misteriosi miliardari, che da neppure un paio d'anni sono comparsi al grande pubblico, continuano dunque a crescere nel loro business e la Juventus (tifo a parte) potrebbe essere il veicolo per un nuovo settore, ma anche per due ragioni molto pratiche: la prima è ancora la maggior parte del proprio business a situazioni "concrete", come una società quotata in Borsa; la seconda è l'ingresso nel mercato italiano ed europeo, dove sono ancora in attesa delle autorizzazioni necessarie.

A quel punto, Tether potrebbe divenire sponsor di maglia della Juve? In casa Tether in realtà si punta più in alto. Ardoino, in queste settimane, ha svelato pubblicamente l'idea di partecipare ai prossimi aumenti di capitale bianconeri e di voler sedere nel consiglio di amministrazione, magari indicando quel Juan Sartori già vicepresidente del Monaco (di proprietà di suo suocero, l'oligarca russo Dimitri Rybolovelv) e che tanta parte ha avuto nella scalata alle azioni bianconere. 

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