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Economia & Finanza
15 Febbraio 2025 - 05:50
È cinque volte più ricco di John Elkann e adesso diventa suo socio: Giancarlo Devasini, il misterioso miliardario torinese re delle criptovalute, è infatti il nuovo azionista della Juventus. Una autentica irruzione nel mondo dello sport - e con quale società, per di più - che per ora ha portato un boom in Borsa alla società bianconera, una crescita che ha trascinato in qualche modo anche Exor e Stellantis.
Se il titolo bianconero a Piazza Affari ha chiuso con un +2,73%, appena dopo l’annuncio era schizzato su di oltre il 4%, sfiorando il massimo annuale. Exor - azionista di riferimento - ha guadagnato circa 1,6%, all’incirca la stessa percentuale di Stellantis. E ora ci si chiede se questo non sia solo l’inizio.
Di Giancarlo Devasini, a parte la sua classifica fra le tre persone più ricche d’Italia - con un patrimonio di circa 9 miliardi di euro, quasi cinque volte John Elkann, appunto - e un passato da chirurgo plastico, professione mollata dopo poco più di due anni, si sa veramente poco: da oggi, però, si sa anche che è juventino. Così come il suo socio - e amministratore delegato - in Tether, la società di criptovalute che ha acquisito il 5,01% delle azioni Juventus con diritto di voto, oltre ad altre senza diritto di voto (la certezza la avremo con il disclousure della Consob nei prossimi giorni). Circa 49 milioni di euro per una quota «strategica» dicono da Tether, di certo di gran peso: perché se Exor ha oltre il 64% (e il 78% dei diritti di voto), il secondo azionista, la Lindsell Train Ltd (che ha quote anche del Manchester United), è da poco sceso attorno all’8% (ma meno 5% del diritto di voto). L'acquisto di quote è avvenuto nel cosiddetto flottante, quindi. Comunque il peso di Tether non è da sottovalutare, nel futuro della società.
«Allineandoci con la nostra strategia di investimento in Juve, saremo pionieri nella fusione tra asset digitali, AI e biotech con il mondo dello sport. Esploreremo nuove collaborazioni innovative con il potenziale di rivoluzionare l’intero panorama sportivo globale» ha dichiarato il ceo Paolo Ardoino, che nelle scorse settimane aveva infatti lasciato intendere l’imminente annuncio di un investimento in Italia.
Tether, di cui Devasini è direttore finanziario oltre che primo azionista, opera in stablecoin, ossia criptovalute ancora a beni duraturi, fisici, non esclusivamente digitali come il bitcoin. Il tether è ancorato al dollaro (curiosità: nel settore le valute reali vengono chiamate "fiat") ed è la più utilizzata al mondo, con una capitalizzazione che supera i 140 miliardi di dollari e più di 400 milioni di utenti nei mercati emergenti. L’investimento nella Juventus si inserisce in una strategia più ampia che vede Tether espandersi in settori come AI, mining di Bitcoin (ossia, l’estrazione-creazione di criptovalute) e biotecnologie. Ora, con il suo ingresso nella Vecchia Signora, dopo aver già puntato 775 milioni di dollari in Rumble, il social senza censure che sfida Youtube, vuole portare una rivoluzione digitale nel mondo del calcio.
Tra le idee in fase di sviluppo da parte del nuovo socio ci sarebbero: pagamenti digitali innovativi per tifosi e club; tecnologie di AI per l’analisi delle prestazioni sportive; soluzioni biotech per il miglioramento della salute degli atleti. L’acquisizione della quota di minoranza nella Juventus non è il primo passo di Tether nel mondo dello sport. Già lo scorso anno, attraverso l’iniziativa Plan B l’azienda aveva siglato un accordo con il FC Lugano (Devasini vive fra Svizzera e Isole Vergini), diventando sponsor ufficiale della squadra svizzera.
E i tifosi, infatti, si chiedono se finalmente la Juve non possa avere trovato lo sponsor da apporre al centro del petto, sulla maglia, ma pare improbabile. Gli analisti, invece, si domandano se, Juve a parte, considerando anche l’interesse sempre più evidente di John Elkann per tecnologie, finanza e AI, non possa preludere ad affari anche negli altri rami dell’Impero, Stellantis in primis.
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