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Scuole dell'infanzia

Torino, cinque scuole dell'infanzia chiuderanno nel 2025: effetto diretto del calo demografico

Il calo delle nascite in Italia sta producendo conseguenze strutturali anche a livello locale

Torino, cinque scuole dell'infanzia chiuderanno nel 2025

La scuola d’infanzia Parri-Vian Via Venaria

Il calo delle nascite in Italia sta producendo conseguenze strutturali anche a livello locale. A Torino, il fenomeno si traduce nella progressiva chiusura di scuole dell’infanzia comunali. Dal confronto tra i dati Istat del 2023 e del 2024 emerge un decremento di circa 10mila nati a livello nazionale. Nel capoluogo piemontese, il numero di nuovi nati è passato da oltre 7.000 nel 2014 a poco più di 5.200 nel 2024, registrando una riduzione del 28% nell’arco di dieci anni.

L'amministrazione comunale ha confermato che dal settembre 2025 cinque scuole dell’infanzia comunali non riapriranno, in quanto non si sono registrate iscrizioni sufficienti a giustificarne l’attività. I plessi coinvolti sono: l’Aquilone di via Brissogne, la Fanciulli di via Invernizio, la Parri-Vian di via Venaria, il Centro Europa di via Guidobono e la Vallette B di via delle Primule. Il sindaco Stefano Lo Russo ha indicato che il fenomeno non è circoscritto e potrà ripetersi anche nei prossimi anni, in assenza di un'inversione della tendenza demografica.

La riduzione della popolazione scolastica pone interrogativi anche sul futuro degli edifici scolastici in disuso. Le amministrazioni locali temono che tali strutture, se lasciate vuote, possano generare situazioni di abbandono o essere occupate in modo improprio. Per evitare queste eventualità, l’assessora all’Istruzione Carlotta Salerno ha dichiarato che la città è impegnata nell’individuazione di nuovi utilizzi per i locali scolastici, con proposte che vanno dalla riconversione a spazi culturali o centri di aggregazione per i quartieri.

L’andamento delle nascite a Torino riflette un processo in corso da anni a livello nazionale, legato a fattori economici, occupazionali e sociali. L’Istat ha previsto che, in assenza di politiche strutturali a sostegno della natalità, il declino della popolazione giovane proseguirà nei prossimi decenni. La questione non riguarda soltanto la tenuta del sistema scolastico, ma anche il futuro assetto dei servizi pubblici, la sostenibilità del sistema previdenziale e l’equilibrio dei quartieri urbani.

Nel contesto del Piano per l’infanzia del Comune di Torino, l’amministrazione prevede una revisione della rete scolastica, che tenga conto dei dati demografici e delle nuove esigenze educative. Le soluzioni in esame includono la trasformazione di alcune scuole in poli integrati per l’infanzia (0-6 anni), centri di formazione permanente o spazi civici multifunzionali. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare lo spreco del patrimonio edilizio pubblico e, contemporaneamente, offrire servizi utili al tessuto sociale cittadino.

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