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Cultura & identità locale

“Torino è solo barocco?” No, c'è ben altro

Passeggiate architettoniche alternative nei quartieri che raccontano l’evoluzione della città industriale e le trasformazioni del '900

“Torino è solo barocco?”

Chiesa di San Luca Evangelista in stile brutalista e Parco Peccei

Torino è spesso associata al barocco sabaudo, ai palazzi di Juvarra e Guarini, alle piazze del centro storico. Tuttavia, fuori dai percorsi turistici tradizionali, numerosi quartieri popolari conservano un patrimonio architettonico stratificato e poco valorizzato, che racconta l’evoluzione della città industriale, le trasformazioni del Novecento e gli esperimenti di edilizia pubblica.

Uno degli itinerari alternativi parte da Barriera di Milano, zona cresciuta a fine Ottocento con le prime fabbriche e le case operaie. Lungo corso Palermo e via Sesia, si incontrano edifici in stile liberty popolare, decorazioni in ferro battuto e vecchi capannoni riconvertiti in spazi culturali. Da segnalare il Centro Sereno Regis, un’ex scuola ora centro civico, e il Parco Peccei, esempio di rigenerazione urbana post-industriale.

Proseguendo verso Aurora, il percorso tocca edifici di edilizia popolare anni ’20-’30 come le “case INCIS” di via Cigna, il Mercato di Porta Palazzo (uno dei più grandi d’Europa) e l’area del nuovo Campus Einaudi, progettato da Norman Foster, che introduce elementi di architettura contemporanea a ridosso di quartieri storicamente marginalizzati.

A Mirafiori Sud, il paesaggio urbano è segnato dalla presenza dei grandi complessi INA-Casa degli anni ’50, come in via Artom o lungo corso Traiano. Qui si alternano palazzine razionaliste, chiese moderne (come San Luca Evangelista, in cemento armato) e spazi collettivi come la Casa nel Parco, centro di iniziative sociali. L’architettura riflette il modello di urbanistica pubblica del secondo dopoguerra.

Infine, Le Vallette, quartiere nato negli anni ’60 per accogliere famiglie trasferite da Borgo Dora e da altre zone in demolizione, ospita uno dei primi esempi di urbanistica a corte su larga scala. Progettato secondo i principi della “città satellite”, il quartiere mostra oggi segnali di risignificazione, anche grazie a progetti di arte urbana e recupero architettonico.

Queste passeggiate urbane permettono di osservare una Torino meno visibile, ma significativa per comprendere l’evoluzione socio-urbanistica della città. Una mappatura accurata di questi percorsi, integrata con QR code e segnaletica fisica o digitale, potrebbe rendere fruibile un patrimonio oggi sottoutilizzato, ma essenziale per raccontare l’identità complessa del territorio torinese.

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