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ECONOMIA & LAVORO
02 Agosto 2025 - 10:40
L’artigianato piemontese sta attraversando una fase di forte difficoltà. A lanciare l’allarme è l’EBAP, l’Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese, che segnala un aumento del 42% nell’utilizzo della cassa integrazione da parte delle imprese del settore nei primi cinque mesi del 2025. Un dato che fa del Piemonte la regione dove è cresciuta di più la spesa per aiutare le aziende artigiane e i loro dipendenti nei periodi di fermo o difficoltà.
A fornire le cifre è il FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, strumento alternativo al FIS a cui le imprese artigiane devono rivolgersi per richiedere il sostegno al reddito. Numeri che parlano chiaro: 1.727 aziende hanno presentato richiesta di cassa integrazione, per un totale di 8.333 lavoratori coinvolti. I settori più colpiti sono la meccanica, in particolare quella legata all’automotive nella provincia di Torino, il tessile nel Biellese e il settore orafo nell’Alessandrino.
Una situazione che ricorda da vicino quella vissuta durante l’emergenza Covid, quando furono erogati 180 milioni di euro in cassa integrazione. Ma oggi, a distanza di anni, a preoccupare sono ancora di più le cause strutturali: produzione industriale in calo dello 0,8%, esportazioni giù del 4,9% e un’importante contrazione dei consumi interni, a cui si sommano le incognite sui dazi commerciali e il peso crescente del caro energia.
A questi temi si è fatto riferimento anche nelle scorse settimane, durante l’assemblea degli artigiani piemontesi al Mauto di Torino, dove imprese e rappresentanti istituzionali hanno discusso pubblicamente delle criticità del settore e della necessità di un’azione congiunta per invertire la rotta. In quell’occasione, si è parlato apertamente di una crisi che rischia di diventare strutturale.
L’artigianato in Piemonte conta oggi 24.000 imprese e 90.000 dipendenti, ed è un pilastro per l’economia regionale. A supporto di imprese e lavoratori, EBAP ha attivato negli ultimi anni una misura integrativa che garantisce l’80% della retribuzione per tre mesi, una volta terminato il periodo coperto da FSBA.
Ma ora le Parti Sociali dell’Artigianato – Confartigianato, CNA, Casa Artigiani, CGIL, CISL e UIL – chiedono di fare un passo in più: avviare un confronto concreto sulle misure da adottare e capire quali strategie mettere in campo per difendere un settore fondamentale ma sempre più fragile.
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