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Task force anti-corruzione nei maxi appalti da 5 miliardi della Sanità

Nominati quattro esperti per guidare le attività di controllo nei cantieri di ospedali e case di comunità

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Quattro esperti in materia di prevenzione e contrasto all’illegalità nella gestione degli appalti e dei servizi sanitari, per scongiurare il rischio di corruzione all’interno del piano di edilizia sanitaria piemontese, da quasi 5 miliardi di euro. Per ciascuna opera ci sarà anche un protocollo di legalità, tavoli di monitoraggio semestrali con le prefetture e una banca dati per raccogliere le informazioni di chiunque intervenga a qualunque titolo nella progettazione o nella realizzazione delle opere.
E’ solo una delle tante tappe del tour de force che da mercoledì scorso ha visto impegnato l'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi anche nell'insediamento del comitato regionale dei Medici di Medicina Generale, che darà il via libera alle nuove Aree Funzionali Territoriali, entro le quali i medici di base dovranno garantire copertura 7 su 7, dalle 8 alle 20 (dando il "la", in altre parole, alla famosa riforma dei medici di base) e nell'integrazione di 5 milioni di fondi regionali ai pediatri a libera scelta.


Si tratterà di Filippo Dispenza, Franco Frasca, Giovanni Mainolfi e Antonio Rinaudo, incaricati dalla Giunta di mettere a punto l’accordo da sottoscrivere con le prefetture piemontesi interessate dai lavori del Piano di edilizia sanitaria (Torino, Novara, Alessandria, Cuneo, Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola). Un accordo che ha l’obiettivo di «assicurare il conseguimento del preminente interesse pubblico alla legalità e alla trasparenza, anche ai fini della prevenzione e contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa e di verifica della sicurezza e della regolarità dei cantieri di lavoro», dichiara l’assessore Riboldi.
Anche perché il piatto è ghiotto: il grande piano regionale oggi prevede ben 11 ospedali, 91 case di comunità, 30 ospedali di comunità. Un quadro impegnativo, che è costato un bilancio gravoso alla Sanità piemontese (10,59 miliardi e mezzo nel 2024), ma più volte difeso sia da Riboldi che dal presidente della Regione Alberto Cirio, e alla sua «sanità come una fabbrica», che mira a produrre di più (vedi le visite serali e nei week-end previste dalle Asl per abbattere i tempi delle liste di attesa).
Ciascuna delle opere del piano, così, avrà un proprio protocollo di legalità che dovrà prevedere, fra l’altro, la costituzione di una cabina di regia e di un tavolo di monitoraggio dei flussi di manodopera, con la partecipazione, oltre che dei soggetti menzionati nel modello del Comitato Interministeriale per la Programmazione e lo Sviluppo Sostenibile (Cipe), anche del personale del comando carabinieri per la tutela del lavoro.


Dal lato della Regione, invece, uno degli impegni sarà la costituzione della banca-dati informatica unica, oltre alla trasmissione alla prefettura di Torino, con cadenza semestrale, di una relazione relativa allo stato di avanzamento delle opere, segnalando eventuali anomalie o criticità.
«Abbiamo bisogno di accelerare il più possibile i tempi per dotare la nostra Regione di nuovi ospedali, ma questo non andrà a scapito della legalità, per noi assoluta priorità. - chiarisce ancora Riboldi -. Il piano di edilizia sanitaria di oggi è il più importante dal dopoguerra, è quindi fondamentale vigilare con attenzione su ogni passaggio e per fare questo ci siamo dotati dei più importanti strumenti e professionalità». 

L’intenzione dello schema di accordo tra la Regione Piemonte e le prefetture piemontesi, è quindi quella di garantire il presidio di legalità nei cantieri legati all’edilizia sanitaria pubblica, prevenendo tentativi di infiltrazione mafiosa e criminale all’interno dei lavori pubblici. Alzare il livello di attenzione in uno dei settori più esposti al rischio di infiltrazione.

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