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L'analisi
10 Agosto 2025 - 06:09
"Mare, profumo di mare", cantava Little Tony nel 1982. In tempi in cui le vacanze estive erano sinonimo di villeggiatura: auto cariche di valigie e, quasi sempre, direzione sud, alla ricerca del mare. Ma più di quarant'anno dopo cos'è cambiato?
La voglia di viaggiare è tanta, ma le possibilità, sia economiche che lavorative, spesso un po' meno. Ed ecco che da viaggi-esodo si passa alle "capatine" fuori città o fuori regione, prediligendo week-end lunghi, ma con maggiore frequenza. La meta intramontabile dell'estate è sempre il mare del Sud Italia, ma il modo di viaggiare cambia. Lo dice l'ultima ricerca di Fiavet Piemonte, l'associazione che rappresenta le agenzie di viaggio della regione. Ad aiutarci a tratteggiare il profilo del "viaggiatore torinese moderno", sono Gabriella Aires e Laura Audi, rispettivamente ex e nuova presidente di Fiavet Piemonte, e che oggi si occupano l’una di “chi esce” e l’altra di "chi entra” all'interno della regione.
«Quasi l'80 per cento delle prenotazioni continua a interessare le mete di balneazione», spiega Aires. In prima linea il sud Italia, ma anche le coste liguri e le isole. Mentre in Europa continuano a riscuotere grande interesse la Spagna (e in particolare le isole Baleari), sia per l'ampia offerta a costi vantaggiosi, che per la vicinanza culturale. Ma anche Corsica, Grecia e Croazia. Continua a crescere, poi, anche l’attenzione per l’Albania.
E il restante 20 per cento? Tour organizzati e turismo itinerante, quello maggiormente scelto. «A riprova che ci si vuole occupare meno della "logistica", e più dell'esperienza», sottolinea Audi. Al di fuori dell'Europa riprendono quota l’Estremo Oriente - soprattutto Sri Lanka e Giappone, complice l'Expo quest'anno - e l’Africa - Sudafrica, Namibia, Tanzania, Kenya, Seychelles e, nel Nord, Egitto e Tunisia -, mentre cala l'interesse per gli Stati Uniti. «In passato gli Usa facevano da padroni. Grazie alla combinazione "Fly & Drive". Una sorta di pacchetto volo - auto a noleggio che permette di viaggiare per il Paese in autonomia, scegliendo quanto tempo dedicare a ciascuna meta», racconta Aires. Oggi si parla di un buon 20% in meno. «Sulle scelte incide sicuramente il contesto geopolitico internazionale, ci si orienta prevalentemente su Paesi e destinazioni considerate sicure», aggiunge Audi.
Il bilancio per le due esperte del settore è positivo: «C'è tantissima voglia di viaggiare e un enorme ritorno alle agenzie di viaggio (più 15%). Le prime impressioni sulle prenotazioni sono decisamente positive e mostrano il dinamismo del turismo outgoing da parte dei consumatori piemontesi», affermano.
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