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Torino sociale
10 Agosto 2025 - 15:15
In un'epoca in cui diamo spesso per scontate le comodità moderne, esiste a Torino un servizio che racconta una storia di solidarietà lunga più di un secolo. I bagni pubblici della città sabauda non sono solo una necessità sociale, ma un vero e proprio patrimonio storico-culturale che continua a svolgere un ruolo fondamentale per migliaia di persone.
Oggi, cinque strutture distribuite nei quartieri torinesi offrono molto più di una semplice doccia: rappresentano un punto di dignità, inclusione e supporto per chiunque ne abbia bisogno, dai senza fissa dimora agli studenti fuori sede, dai lavoratori in transito ai viaggiatori di passaggio.
UN PO' DI STORIA
La storia dei bagni pubblici torinesi affonda le radici nell'Italia industriale di inizio Novecento, quando Torino stava vivendo la sua grande trasformazione da capitale sabauda a cuore pulsante dell'industria nazionale. Era il 1900 quando nei quartieri operai come Borgo San Donato sorse il primo stabilimento, inizialmente una struttura in legno che ben presto si trasformò in un edificio in muratura per rispondere alle crescenti necessità della popolazione lavoratrice.
L'industrializzazione aveva portato migliaia di operai in città, molti dei quali vivevano in condizioni abitative precarie, spesso senza servizi igienici privati. I bagni pubblici non erano quindi un lusso, ma una necessità sanitaria urgente. Nel 1907 fu la volta di Vanchiglia, quartiere che ospitava numerose fabbriche e i loro dipendenti, bisognosi di strutture igieniche adeguate.
Quello che rende particolarmente affascinanti i bagni pubblici di Torino è il loro valore architettonico. Molte strutture furono progettate seguendo lo stile Liberty, allora in voga, con decorazioni curate e dettagli eleganti che dimostravano come anche i servizi destinati alle classi popolari meritassero dignità estetica.
Gli edifici di via Vanchiglia e via Morgari sono esempi perfetti di questa filosofia: non semplici strutture funzionali, ma veri e propri gioielli architettonici che testimoniano l'attenzione dell'epoca verso il decoro urbano. I bagni di via Dego, inaugurati nel 1911, nacquero addirittura grazie al sostegno della Società Torinese per Abitazioni Popolari, dimostrando come il tema dell'igiene pubblica fosse centrale nelle politiche sociali dell'epoca.
La Seconda Guerra Mondiale lasciò segni profondi anche su queste strutture: diversi edifici subirono danni pesanti durante i bombardamenti, ma la città non si arrese. Nel dopoguerra, molti bagni pubblici furono non solo ricostruiti, ma ripensati e riqualificati, alcuni dei quali trasformati in centri con funzioni sociali più ampie.
PREZZI ACCESSIBILI E SERVIZI DI QUALITÀ
Oggi i bagni pubblici di Torino sono molto più di quello che il nome potrebbe suggerire. Le cinque strutture attualmente attive offrono una gamma di servizi che va ben oltre la semplice igiene personale, trasformandosi in veri e propri centri di supporto sociale.
Via Bianzè 28 - Il punto di riferimento accessibile
Situato nella Circoscrizione 4, questo stabilimento si distingue per essere completamente accessibile ai disabili. Aperto martedì, mercoledì e giovedì dalle 12:30 alle 18:00, e il sabato dalle 8:30 alle 15:00, rappresenta un importante punto di riferimento per chi ha esigenze di accessibilità.
Via Agliè 9 - Inclusione e accoglienza
Gestito da una cooperativa sociale nella Circoscrizione 6, questo bagno pubblico è diventato un vero centro di inclusione e accoglienza. Con orari estesi che vanno dal lunedì al venerdì (10:00-18:00, con apertura pomeridiana speciale martedì-mercoledì-giovedì fino alle 19:00) e il sabato (10:00-17:00), offre non solo servizi igienici ma anche supporto sociale.
Corso Regina Margherita 33 - Tradizione nel cuore della città
Nella Circoscrizione 7, questo stabilimento mantiene viva la tradizione dei bagni pubblici storici, con orari dal martedì al venerdì (12:45-18:30) e il sabato (7:45-16:30).
Via Cherasco 10 - Il centro servizi completo
La struttura della Circoscrizione 8 rappresenta forse l'evoluzione più completa del concetto di bagno pubblico. Oltre ai servizi igienici standard, offre lavanderia a gettoni, distributori automatici e persino uno sportello dedicato agli stranieri. Accessibile ai disabili, è aperto dal lunedì al venerdì (9:30-13:30) con estensione pomeridiana il mercoledì (13:30-17:30).
Via Fiocchetto 15 - L'esperienza del bagno turco
Un'esperienza unica nel panorama torinese è offerta dal Centro Dar Al Hikma, dove è possibile usufruire di un tradizionale bagno turco, unendo tradizione culturale e servizio sociale.
Uno degli aspetti più interessanti dei bagni pubblici torinesi è la loro politica tariffaria, pensata per essere davvero accessibile a tutti. Con una doccia che costa solo 1,90 euro nei giorni feriali (3 euro il sabato) e la possibilità di acquistare abbonamenti da 11 docce a 19,50 euro, il servizio rimane alla portata di chiunque ne abbia bisogno.
Per chi preferisce un bagno rilassante, le vasche sono disponibili a 4,70 euro nei giorni feriali e 6,30 euro il sabato. Servizi aggiuntivi come asciugamani (1 euro) e prodotti per l'igiene (30 centesimi) completano un'offerta pensata per non lasciare nessuno indietro.
INCLUSIONE SOCIALE E MOLTO ALTRO
Uno degli aspetti più interessanti dei bagni pubblici torinesi è la loro evoluzione da servizio di emergenza sociale a risorsa per tutta la cittadinanza. Mentre è vero che nascono per rispondere alle esigenze di chi non ha un bagno in casa o vive situazioni di difficoltà, oggi attraggono utenti molto diversi.
Studenti universitari fuori sede che vivono in alloggi condivisi, lavoratori che si spostano per la città, viaggiatori in transito, sportivi che hanno bisogno di una doccia dopo l'attività fisica, o semplicemente cittadini che apprezzano la possibilità di usufruire di un servizio igienico economico e funzionale in centro città.
I bagni pubblici di Torino rappresentano un modello interessante di come i servizi pubblici possano evolversi mantenendo la loro funzione sociale originaria ma adattandosi alle esigenze contemporanee. La gestione affidata anche a cooperative sociali, come nel caso di via Agliè, dimostra come questi spazi possano diventare punti di incontro e supporto per le persone più fragili.
Lo sportello per stranieri di via Cherasco, per esempio, trasforma un semplice bagno pubblico in un centro di prima accoglienza e orientamento, mentre i servizi aggiuntivi come le lavanderie a gettoni rispondono a bisogni pratici concreti di chi vive situazioni di precarietà abitativa.
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