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Il caso
27 Agosto 2025 - 06:38
Tari 2025, ecco quanto si pagherà a Torino per i rifiuti
Già dal prossimo anno il balzo sarà di più di 20 milioni, tra imposte, tasse e proventi assimilati. Per questa tipologia di entrate, infatti, il Comune prevede una cifra di 693.730.000, rispetto ai 672.380.000 dell'anno corrente. Ma lo scorso anno, rispetto alla cifra prevista, era ben il 12% l'inevaso, decretando un buco da 66 milioni nelle tasche della Città. Colpa dei furbetti, ovviamente, ma anche di un'ancora bassa efficienza nell'incrocio dati anagrafici e catastali. Basta pensare che, a fronte di questo ammanco di 66 milioni, le segnalazioni riportate dal Comune all'Agenzia delle Entrate sono state appena 42. Di queste, 11 fanno riferimento a soggetti proprietari di diritti reali, senza un contratto valido registrato.
Mentre il recupero di gettito rimborsato dallo Stato in seguito all'attività, ma relativa al 2023, è di appena 126 mila euro. Un ordine di numeri molto distante dall'evasione reale. A fornire i dati nel corso dell'ultimo Consiglio comunale è stata l'assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, in risposta all'interpellanza del vicecapogruppo vicario a Palazzo civico Domenico Garcea (FI).
Sulla base del Patto per la fiscalità istituito tra Città di Torino, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate a partire dal 2008, la Città invia segnalazioni qualificate all'Agenzia delle Entrate grazie al suo nucleo anti-evasioni. Alle segnalazioni si arriva tramite diverse modalità, sia dagli uffici IMU e TARI, che dalla sezione territoriale della Polizia Locale. Tra le tipologie di controlli: proprietà o diritti reali in mancanza di contratti registrati, beni indicativi di capacità contributiva ma non dichiarati.
Le segnalazioni vengono poi inserite nel portale Siatel (il portale dell’Agenzia delle Entrate che consente lo scambio attivo di informazioni tra amministrazione pubblica centrale e locale).
Ma i risultati per l'interpellante sono poco soddisfacenti: “I numeri mi sembrano bassini, il tema è spesso sottovalutato ma cruciale per l’equilibrio economico-finanziario del Comune. Non stiamo parlando solo di una buona prassi, ma di una precisa responsabilità istituzionale e di una concreta opportunità. Perché laddove i Comuni segnalano, incrociano dati, verificano anomalie – in sinergia con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza – possono recuperare risorse e ottenere una quota del gettito evaso, migliorando al tempo stesso la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Nel caso di Torino, questo è particolarmente rilevante su due fronti: la TARI, il cui carico viene spesso redistribuito in modo iniquo proprio a causa dell’evasione, specie in caso di affitti in nero o immobili non regolarmente denunciati, e l’uso irregolare degli immobili, che impatta anche sui tributi erariali e crea un danno diretto alle casse dello Stato e, indirettamente, al Comune”.
L'assessorato dalla sua, grazie all'implementazione della piattaforma di incrocio dati e all'intensificazione dei controlli, a partire dal 2022 ha migliorato del 30% gli incassi pubblici. Ma è necessario continuare a rafforzare la collaborazione al patto. “Ci sono interlocuzioni dirette con l’Agenzia delle Entrate per poter acquisire in anticipo gli ambiti di maggiore evasione su cui concentrare le nostre attività, e conoscere anche gli esiti di quanto inviato per accertamento. Mentre la divisione tributi e la Città stanno indirizzando un percorso di riorganizzazione delle risorse umane e strumentali, in modo da agevolare l’individuazione del sommerso. Lo scorso anno eravamo andati a incontrare la direzione regionale del Piemonte con un tavolo di confronto. Speriamo in una collaborazione ancora più proficua”, conclude Nardelli.
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