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Il Politecnico di Torino restaura Cartagena: tre milioni di euro per valorizzare il patrimonio UNESCO colombiano

Il Politecnico di Torino guida un progetto da tre milioni di euro per restaurare il centro storico di Cartagena de Indias. Interventi su cattedrale, mura storiche e spazi pubblici

Il Politecnico di Torino restaura Cartagena: tre milioni di euro per valorizzare il patrimonio UNESCO colombiano

Cartagena de Indias, gioiello della Colombia dichiarato patrimonio mondiale UNESCO nel 1984, è protagonista di un ambizioso progetto di restauro e valorizzazione del centro storico. L'iniziativa, finanziata con tre milioni di euro dal Ministero degli Esteri italiano, vede il Politecnico di Torino in prima linea nella salvaguardia del patrimonio architettonico della città caraibica.

Il progetto è stato annunciato ufficialmente dall'Ambasciatore d'Italia in Colombia Giancarlo Maria Curcio insieme al sindaco di Cartagena Dumek Turbay. Dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico partecipano la professoressa Annalisa Dameri e il professor Paolo Mellano, chiamati a trasferire conoscenze e visione strategica nella conservazione del patrimonio.

SEI INTERVENTI PER RILANCIARE LA CITTÀ STORICA
Il progetto triennale, avviato nella primavera scorsa, si concentra su sei elementi chiave del centro storico. Tra gli interventi principali figurano il restauro della Cattedrale di Santa Catalina de Alexandría e la valorizzazione delle imponenti mura di difesa, lunghe 11 chilometri e spesse fino a 4 metri, progettate nel XVI secolo dall'ingegnere italiano Bautista Antonelli.

Il piano prevede inoltre la riqualificazione di spazi pubblici e percorsi storici, compresa la cosiddetta Murallita del Diablo, dove un'interruzione del cammino di ronda sarà superata con nuove passerelle e rampe. Saranno interessati anche il Bastione di Santo Domingo e il Baluarte di Santa Catalina, quest'ultimo opera di Cristóbal de Roda, nipote di Antonelli.

Oltre al recupero architettonico, l'iniziativa punta a rafforzare l'economia locale attraverso un modello di turismo sostenibile e inclusivo. Le mura diventeranno accessibili anche alle persone con disabilità, mentre il Politecnico collaborerà con le università locali per fornire consulenza tecnica e scientifica di alto livello.

Il progetto coinvolgerà direttamente la comunità del posto: operatori turistici, artigiani, commercianti, giovani, donne e bambini parteciperanno a percorsi di sensibilizzazione e formazione specializzata in gestione urbana, patrimonio culturale e turismo sostenibile.

Il programma si concluderà nel 2028 con attività di ricerca applicata, puntando a dare dignità al lavoro informale da cui dipende il 60% della popolazione e a trasformare il patrimonio culturale in un motore di sviluppo inclusivo e duraturo.

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