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Il caso

Cinghiali in città, ipotesi abbattimento. Spari serali per contenere il fenomeno

Città Metropolitana non conferma né smentisce. Questa settimana potrebbero iniziare le operazioni

Cinghiali in città, ipotesi abbattimento. Spari serali per contenere il fenomeno

Potrebbero cominciare già questa settimana.
O forse nei prossimi giorni. Nessuno lo dice apertamente, ma qualcosa si muove.
Di nuovo. Dopo Nichelino, ora è Torino sud a finire nel mirino del piano di contenimento dei cinghiali: il quartiere Mirafiori e l’asse lungo il Sangone. L’intervento – se ci sarà – resta formalmente non annunciato. Ma non smentito. Tutto parte da un tavolo tecnico riservato. Niente comunicati, nessuna nota pubblica. Solo qualche indiscrezione: la Città Metropolitana starebbe preparando una nuova operazione sul territorio. Il modello è quello già visto: abbattimento selettivo, non spostamento. Né sterilizzazione. L’obiettivo è ridurre la presenza degli ungulati, evitarne la riproduzione, contenerne l’espansione. Non eliminarli, ma fermarne la crescita. Con le armi.
Sarebbero le guardie venatorie a guidare le operazioni, programmate nelle ore serali. Prima, la chiusura delle aree: interdetti passaggi, pedoni, residenti. Poi i tiri, in condizioni “controllate”.
Il tutto per evitare quanto successo a luglio a Nichelino, quando alcuni cittadini si trovarono nel mezzo di una battuta in pieno giorno. Colpi sparati a breve distanza, passeggini, guinzagli, paura. E polemiche.
Ma il problema non è solo logistico. È anche strategico. Abbattere pochi esemplari serve davvero? Alcuni esperti – richiamando le linee guida ISPRA – rispondono di no. I cinghiali si ripopolano in fretta. E senza un piano strutturale – recinzioni, mappature, sterilizzazioni – il rischio è tornare da capo entro un anno.
C’è poi il tema della sicurezza urbana. Anche con tutte le cautele, sparare in un contesto residenziale – la sera, tra palazzi e strade trafficate – resta un’azione delicata. Cosa succede se un proiettile rimbalza? Fin dove può arrivare? Gli interrogativi restano. Come resta il silenzio delle istituzioni.

A oggi, nessuna conferma ufficiale. Nessun avviso. Nessun dettaglio. La Città Metropolitana tace. Forse per motivi operativi. Forse per evitare reazioni anticipate. Ma è proprio questo vuoto a generare incertezza. I cittadini si chiedono cosa succederà. E, soprattutto, quando. Intanto, dal fronte politico, arrivano le prime parole. I consiglieri regionali M5S, Sarah Disabato e Alberto Unia, raccolgono le preoccupazioni: «Diversi cittadini ci hanno segnalato i loro timori. Condividiamo le perplessità sull’uso delle armi da fuoco in ambito urbano. La sicurezza pubblica è fondamentale, ma chiediamo che siano valutate soluzioni alternative: cattura e trasferimento, barriere ecologiche, coinvolgimento di esperti e associazioni ambientaliste». E ancora: «Il benessere animale può e deve andare di pari passo con la sicurezza dei cittadini».
Disabato aveva già depositato un ordine del giorno nella scorsa legislatura. «Ma non se n’è mai fatto nulla, nonostante fosse stato approvato» conclude la consigliera.

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