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LA SCUOLA

Torino, mancano 3mila docenti: la “caccia” ai supplenti

Inizia la scuola ma le cattedre restano vuote, soprattutto quelle di sostegno

Insegnante americana abbandona la scuola: “I ragazzi non sanno più leggere”

Immagine di repertorio

Tutto pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico, o quasi.
Acquistato il materiale, libri, quaderni e diari, bambini e ragazzi in Piemonte tornano oggi tra i banchi.
E come ogni anno, insieme alla campanella, torna a farse sentire l’emergenza delle cattedre scoperte.

All’appello, infatti, saranno in gli insegnanti “a non rispondere”: solo a Torino, ci sono ancora più di 3milaposti vacanti.
«Sono 3400 le nomine in attesa - racconta Agostino Colotti, segretario regionale Uil Scuola Piemonte - E tra gli 800 e 900 i posti vacanti per il personale ATA».
Dunque, inizia la scuola ma le cattedre restano vuote.
«Molti dei posti sono “accantonati” in attesa delle procedure dei concorsi». E cosa succede mentre si aspettano le nomine? Si apre “la caccia” ai supplenti.
«È una procedura lunga che porta a una discontinuità didattica», riporta Colotti. Infatti, molti insegnanti sono risultati già idonei ai primi step, ma finché non si conclude l’iter dei concorsi non si può ottenere una nomina, lasciando così la cattedra vuota.
In particolare, l’emergenza maggiore riguarda gli insegnanti di sostegno, (soprattutto nelle scuole superiori).
In questo caso, oltre alla precarietà, si aggiunge la difficoltà dell’abilitazione. Lavorare con studenti che necessitano un supporto didattico richiede, infatti, una specializzazione. Un corso di formazione specifico e volto al sostegno attivo e fruibile all’Università degli studi di Torino.
«C’è il corso - ricorda il segretario Uil Scuola - ma è autorizzato a un massimo di 800 persone. Questo comporta che a fronte dei 20mila posti assegnati al sostegno in Piemonte, pochi possono essere abilitati proprio poiché sprovvisti di titolo. Così molti chiedono permessi e vanno in altre regioni per specializzarsi».
Circa due terzi degli insegnanti di sostegno, dunque, saranno supplenti, spesso precari e non sempre qualificati. In un ambito che più che mai ha bisogno di continuità didattica.
Dall’Ufficio scolastico regionale, però tranquillizzano: i dati riportati rivelano che in Piemonte i posti curricolari sono stati coperti al 98% mentre quelli di sostegno il 75%.
«Non possiamo definirla un’emergenza - spiega Stefano Suraniti, direttore Usr - Quest’anno sono stati aperti più posti: garantisce un maggior servizio ma, ovviamente, si traduce anche in più posti da coprire».

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