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Scrittrici di Torino
11 Settembre 2025 - 12:30
Natalia Levi, poi Ginzburg, nacque a Palermo nel 1916, ma fu Torino la città che segnò in profondità la sua vita e la sua produzione letteraria. Nel romanzo autobiografico Lessico famigliare, che le valse il Premio Strega nel 1963, la scrittrice traccia una mappa personale della città, dove memoria privata e storia collettiva si intrecciano. Camminare tra le pagine del libro equivale a riscoprire i luoghi di una delle voci più importanti della letteratura italiana del Novecento.
Il primo approdo della famiglia Levi a Torino fu in via Pastrengo 29, oggi sede del Consolato del Perù. Un’abitazione imponente, con dodici stanze, cortile e giardino, impreziosita da un bovindo liberty che affacciava su corso Galileo Ferraris. Nonostante l’eleganza, Natalia ricorda nelle sue pagine il freddo pungente e il malcontento della madre per quell’appartamento umido e poco luminoso, scelto dal padre senza consultare nessuno.
Successivamente, i Levi si trasferirono in via Oddino Morgari 11 (all’epoca via Pallamaglio), nel quartiere San Salvario. Fu questa la casa di Lessico famigliare, dove Natalia visse da ragazza e dove abitò anche con Leone Ginzburg dopo il matrimonio. Nel libro Mai devi domandarmi, la scrittrice descrisse le differenze che la separavano dalle compagne di scuola: il grembiule semplice invece che di satin, i muri scrostati, l’assenza di telefono e di fiori sui balconi. Non una vera povertà, ma un continuo sentirsi “senza soldi”.
La casa si affacciava sui bagni pubblici, oggi sede della Casa del Quartiere, centro di attività culturali. In suo onore, nel 2013, è stata intitolata a lei la Biblioteca civica Natalia Ginzburg, nel cuore di San Salvario, a suggellare il legame indissolubile tra la scrittrice e questo quartiere.
Tra i luoghi più amati da Natalia spicca il Parco del Valentino, che ricorre spesso nelle sue opere. Nei suoi scritti ne emerge l’atmosfera di passeggiate quotidiane e di riflessioni silenziose, un luogo che le restituiva una dimensione intima, lontana dal peso della storia e della politica.
Altro spazio evocativo è naturalmente il Po, che Natalia ricordava con nostalgia ne Le piccole virtù: dal tratto tra la Gran Madre e piazza Vittorio Veneto fino al ponte affollato, immagine di un passato che riaffiorava durante gli anni difficili del confino in Abruzzo.
A pochi passi dalla sua abitazione di via Morgari si trova la Chiesa del Sacro Cuore di Maria in via Belfiore. Qui, nel 1950, Natalia sposò l’anglista e scrittore Gabriele Baldini, dopo la tragica morte di Leone Ginzburg.
Un altro luogo fondamentale della sua formazione fu il liceo Massimo D’Azeglio, frequentato da molti intellettuali torinesi e da Leone stesso.
Infine, la tappa simbolica della sua vita culturale: via Biancamano, sede della casa editrice Einaudi, fondata anche da Leone. Durante gli anni del fascismo, Einaudi fu un laboratorio culturale unico, in cui scrittori e pensatori si ritrovavano trasformando la letteratura in un atto di resistenza.
Natalia Ginzburg non descrisse Torino come in un itinerario turistico. Tuttavia, la città è sempre sullo sfondo delle sue opere, un personaggio silenzioso che custodisce memorie familiari, amicizie intellettuali, momenti privati e tragedie storiche. San Salvario, il Parco del Valentino, il Po, le case di via Pastrengo e via Morgari, la chiesa del Sacro Cuore, la casa editrice Einaudi: un mosaico di luoghi che intrecciano vita e scrittura, e che ancora oggi raccontano il legame indissolubile tra la scrittrice e la sua città.
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