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La notizia
14 Settembre 2025 - 11:43
Ha tredici giorni di vita e ha già subito due operazioni senza le quali, probabilmente, oggi non sarebbe più tra le braccia dei suoi genitori: la piccola è stata salvata grazie agli interventi dell’équipe medica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita.
Una gravissima e rara malformazione vascolare al fegato metteva seriamente a rischio la sua vita, diagnosticata ancor prima che potesse aprire gli occhi per la prima volta. La lesione vascolare (che ha un'incidenza di 1 caso ogni 50mila nati), individuata durante la gravidanza dal dottor Andrea Sciarrone della Diagnostica Prenatale dell’Ospedale Sant’Anna, sottraeva sangue agli organi vitali della piccola neonata ricoverata al Regina Margherita di Torino, sovraccaricando cuore e polmoni.
A sei giorni dal parto, il primo intervento salva‑vita. Dopo tredici, il secondo intervento.
I medici sono riusciti a raggiungere la malformazione attraverso i sottilissimi vasi sanguigni della neonata (l’aorta nei neonati misura solo pochi millimetri) e a occluderla con una speciale colla acrilica, simile a quella dei comuni adesivi istantanei ma formulata per uso medico, una sorta di “Attack”. Il risultato è stato immediato: pressione sanguigna migliorata, polmoni decongestionati e fegato, reni e cervello hanno ripreso a funzionare correttamente.
La bambina ha cominciato a respirare da sola e ora è ricoverata in Rianimazione, dove sta affrontando il recupero con buone prospettive. Per la prima volta dalla nascita, può guardare al futuro con speranza.
A rendere possibile questo piccolo miracolo è stato il lavoro congiunto di una squadra multidisciplinare composta da specialisti degli ospedali Regina Margherita e Molinette: pediatri, cardiochirurghi, radiologi interventisti, anestesisti e personale infermieristico altamente qualificato. Tra loro, i dottori Daniele Ferrero, Fabrizio Gennari, Giuseppe Annoni, Andrea Discalzi e il professor Mauro Bergui, insieme ai direttori dei rispettivi dipartimenti.
“È stata una sfida complessa – raccontano i medici – ma vedere questa bambina tornare alla vita è una soddisfazione indescrivibile.” "Su pazienti così piccoli è tutto terribilmente difficile - spiega Bergui -, ma la diagnosi prenatale ha aiutato molto. E fortunatamente la malformazione non era così grande da dovere intervenire in qualche ora. Avere almeno almeno un paio di giorni può essere molto utile".
Anche il direttore generale della Città della Salute, Livio Tranchida, ha voluto esprimere la sua gratitudine: “Questa è una storia a lieto fine che dimostra ancora una volta l’eccellenza sanitaria e la straordinaria capacità di collaborazione dei nostri professionisti, capaci di rendere possibile l’impossibile anche nelle situazioni più disperate.”
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