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15 Settembre 2025 - 18:37
Sci, Matteo Franzoso è ancora in coma. «Ora rivedere la sicurezza sulle piste»
Matteo Franzoso è ancora in coma, intubato in un letto dell’ospedale cileno in cui è ricoverato da quando è rimasto vittima di un terrificante incidente mentre si allenava con i compagni della nazionale italiana di sci. La prognosi resta riservata, in attesa dell’evoluzione dell’ematoma provocato dalla fortissima botta in testa subita dopo essere caduto sulle nevi di La Parva, sulle Ande, ed essere scivolato sotto la rete di protezione.
Matteo proprio domani compirà 26 anni. Un compleanno triste che, senza saperlo, trascorrerà in compagnia di papà Marcello, mamma Olga e del fratello Michele, allenatore dello Sci Club Sestriere in cui Matteo ha militato fin dalla categoria Baby, accorsi in Cile con la speranza di vederlo riaprire gli occhi al più presto. Quello di Matteo è l’ennesimo gravissimo infortunio che negli ultimi mesi colpisce i nostri sciatori durante un allenamento. A marzo morì Marco Degli Uomini, 18 anni appena, sulle nevi dello Zoncolan mentre a ottobre perse la vita la torinese Matilde Lorenzi, di un anno più grande, dopo una caduta in Val Senales. E proprio il papà di Matilde, Adolfo Lorenzi, ha spiegato che l’incidente rinnova un dolore ancora vivo anche perché «conosciamo Matteo e la sua famiglia. Quello che gli è accaduto ci ha riportato nel baratro dei giorni della morte di Matilde. Speravamo di non dover più commentare disgrazie simili ma dopo questo incidente il nostro impegno per promuovere la sicurezza nello sci non potrà che crescere».
E di sicurezza ha parlato anche Alessandro Garrone, presidente dello Sci Club Sestriere: «Come per tutti gli sport in cui la tecnica, i materiali, le prestazioni si evolvono e tendono all’estremo, anche le regole, i dispositivi per la sicurezza, le protezioni delle piste ed i controlli devono adeguarsi, per salvaguardare la salute e la vita degli atleti. Le istituzioni, le federazioni nazionali e internazionali, le associazioni, i produttori di sci e materiali di sicurezza, tutti devono sentire forte la responsabilità verso la salute e la vita degli atleti». Le richieste sono chiare: «Le regole sulla sicurezza delle piste devono essere riviste ed adeguate a velocità sempre maggiori che vengono raggiunte soprattutto nelle discipline veloci. Tutte le piste, anche quelle d’allenamento che non possono essere considerate di seconda categoria rispetto alle piste di gara. Le regole sui materiali e sui dispositivi di sicurezza da indossare devono anch’esse evolversi e diventare sempre più stringenti. I tracciati di allenamento e di gara devono essere fatti tenendo prioritariamente conto dei rischi di incidente, piuttosto che della spettacolarità del passaggio. La salute e la vita degli atleti deve prevalere sulla logica economica e di marketing».
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