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Storie di Torino

Le Biblioteche Civiche Torinesi: la cultura che unisce la città

Dalla prima sede del 1869 al Bibliobus di oggi: come Torino ha trasformato i libri in piazze aperte a tutti

Le Biblioteche Civiche Torinesi: la cultura che unisce la città

L’idea di una biblioteca pubblica a Torino nasce nel 1855, quando l’editore Giuseppe Pomba propose al Consiglio comunale la creazione di un luogo di lettura accessibile a tutti. Dopo anni di discussioni e preparativi, il progetto vide la luce il 22 febbraio 1869, data ufficiale di inaugurazione della Biblioteca civica.

Il contesto storico era complesso: dopo lo spostamento della capitale a Firenze (1865), Torino affrontava una fase di crisi economica. L’amministrazione cittadina puntava a rilanciare lo sviluppo, attirando industrie e investitori con incentivi fiscali e servizi energetici a basso costo. Parallelamente, le Esposizioni nazionali e internazionali (1884, 1898, 1902, 1911) restituirono prestigio alla città.

La prima sede della biblioteca fu nel Palazzo civico, simbolo del legame con la comunità. Nel 1929 fu trasferita in corso Palestro, in un edificio che aveva ospitato gli Archivi di Guerra e Marina. I bombardamenti del 1943 ne compromisero gravemente la struttura, costringendo a un trasferimento provvisorio a Palazzo Carignano.

La rinascita del dopoguerra

Il 3 novembre 1960 la Biblioteca civica trovò una nuova casa in via della Cittadella, inaugurata dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Da allora è rimasta un punto di riferimento per i cittadini, grazie alla ricchezza delle collezioni e alla varietà dei servizi.

La crescita è evidente: dai 26.000 lettori del 1869 si è arrivati, nel 2019, a oltre 225.000 utenti, che diventano 1,2 milioni considerando l’intero sistema bibliotecario.

La nascita del Sistema bibliotecario urbano

Negli anni Cinquanta e Sessanta, anche grazie all’influenza dei modelli americani, in Italia si affermò l’idea di una biblioteca pubblica moderna e democratica.

A Torino, il forte sviluppo industriale e l’immigrazione resero necessaria l’apertura di biblioteche di quartiere: la prima fu la Geisser (1971), seguita da Villa Amoretti (1977).

Negli anni Ottanta e Novanta si investì molto nella progettazione degli spazi, con nuove sedi come le biblioteche Carluccio, Rebaudengo, Bonhoeffer e Passerin d’Entrèves, pensate per offrire ambienti accoglienti e funzionali.

Dal Duemila a oggi

Con l’inizio del nuovo secolo, le Biblioteche civiche torinesi hanno seguito i piani strategici della città, sviluppando il Sistema bibliotecario urbano ispirato a Francia e mondo anglosassone.

Sono state aperte o rinnovate sedi come Cesare Pavese, Italo Calvino, Primo Levi, Natalia Ginzburg, Don Milani, Rita Atria, Bianca Guidetti Serra e la Biblioteca musicale Andrea Della Corte. Tutte dispongono di spazi moderni e diversificati: aree bambini 0-6, aule studio, sale incontri e spazi seminariali.

Oggi il Servizio Biblioteche della Città di Torino comprende:

  • la Biblioteca civica Centrale (oltre 500.000 volumi, con collezioni storiche),
  • 16 sedi sul territorio,
  • punti di lettura in ospedali e carceri,
  • un Bibliobus itinerante,
  • il Mausoleo della Bela Rosin, utilizzato per eventi culturali.

Un vero sistema diffuso, che porta la cultura in ogni angolo della città.

La storia delle Biblioteche civiche torinesi è un cammino lungo oltre 150 anni, che intreccia memoria, partecipazione e crescita culturale. Da un progetto visionario di Giuseppe Pomba a un sistema moderno e inclusivo, le biblioteche sono oggi vere e proprie piazze culturali aperte a tutta la cittadinanza.

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