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Industria & Politica

Stellantis, Airaudo alla Festa Fiom rimpiange Marchionne: "Almeno ci si poteva parlare"

Confronto con il presidente della Regione Alberto Cirio sul futuro dell'automotive

Stellantis, Airaudo alla Festa Fiom rimpiange Marchionne: "Almeno ci si poteva parlare"

Alberto Cirio alla festa della Fiom, faccia a faccia con il segretario piemontese della Cgil Giorgio Airaudo. E come con Stefano Lo Russo, la sera prima, al primo posto del confronto c'è l'industria. E Stellantis. E la rivalorizzazione delle aree di Mirafiori non impiegate, circa 1,5 milioni di metri quadri. Con un inaspettato rimpianto di Sergio Marchionne da parte del sindacato.

"Lo so che Cirio parlerà della Panda elettrica che arriverà a 100.000 vetture (in realtà è la Fiat 500 Ibrida, ndr)" azzarda Airaudo, che parla anche dell'accordo di anni fa, TNE, ma "la differenza è che all'epoca c'era Marchionne ed era a Torino. Ora c'è un ceo italiano, Filosa, e la prima cosa che fa cos'è? Manda il socio cinese, Leapmotor, a produrre in Spagna, non a Torino".

"Noi abbiamo attivato, proprio su proposta della Fiom, abbiamo attivato una proposta di sostegno a chi è in cassa interrogazione. Funziona? Non totalmente. Però intanto c'è. E abbiamo garantito la cassa a chi non ne avrebbe diritto. Sono misure emergenziali, che curano. Sarebbe importante non ammalarsi, ossia produrre auto" dice Cirio. Che poi aggiunge "Con Stellantis abbiamo siglato un patto riservato, per l'hub del ricircolo Sustainera. Avevamo la necessità di avere il secondo modello per Mirafiori: eravamo in piazza con voi". 

"Una volta Mirafiori produceva 400.000 auto, ora sono tutte le auto di Stellantis in Italia - dice il presidente della Regione -. Ora il secondo modello arriva, è la Fiat 500 Ibrida. L'obiettivo è quello dei 150.000 veicoli l'anno, compresa l'elettrica. Sarà sufficiente? Lo speriamo". 

"Sarebbe stato importante portare il cinese di Stellantis qui - rincalza Airaudo -. L'italianità di Filosa non c'entra: la nazionalità di un amministratore delegato è la sua stessa multinazionale, un ad è un apolide, un 'mercenario'. Forse bisognava insistere sulla strada del governo Meloni, portare un produttore cinese in Italia": 

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