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Il caso

Case Atc: "Serve più di un milione per i danni degli abusivi sgomberati"

I danni causati dagli abusivi richiedono lavori che possono arrivare fino ai 15mila euro per rendere gli alloggi abitabili

Lo sgombero alle case Atc di via Bologna

Lo sgombero alle case Atc di via Bologna

Servirebbe almeno un milione per rimettere in sesto (il che, in termini pratici, vuol dire garantire le condizioni minime di abitabilità), i 75 alloggi popolari occupati abusivamente e sgomberati dall'inizio dell'anno. Per smaltire le masserizie lasciate dagli occupanti, ripristinare gli impianti, installare sistemi anti-effrazione al fine di scongiurare nuove occupazioni, Atc stima un costo che va dai 10mila ai 15mila euro per singolo alloggio. «Anche per questo motivo – spiega il presidente di Atc Maurizio Pedrini – il nostro obiettivo resta quello di riportare la legge dello Stato in tutti i quartieri popolari in cui ci siano occupazioni abusive. Il mio impegno su questo fronte, insieme all’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone e a tutte le istituzioni coinvolte, è massimo».

Il “Tavolo sgomberi
L'impegno si rispecchia nei numeri. Da inizio anno recuperati 75 alloggi. Mentre ne risultano ancora occupati 132. Appena due anni fa, nel 2023, il patrimonio occupato superava le 200 unità.
«Frutto del filo diretto con prefettura, Regione, municipale ed Atc - avevano raccontato Pedrini e Marrone all'alba di uno degli ultimi sgomberi effettuati. Lo scorso 26 agosto, in via Togliatti 15, zona Mirafiori sud, erano state individuate ben nove persone abusive in un alloggio Atc. «Gli sgomberi non vanno in vacanza», aggiungevano poi i due. Il tema infatti è da tempo al centro di un Tavolo interforze che ha lo scopo di affrontare il fenomeno, perché oltre all’ovvia violazione della legalità, le ricadute negative, potenzialmente, sono tante. Un vero e proprio allarme sociale che si incista in zone già fragili e spesso si intreccia con attività criminali, causando problemi di convivenza con gli assegnatari regolari.

Che succede dopo?
La concentrazione degli interventi avviene nelle zone più periferiche: Barriera di Milano, Madonna di Campagna, Borgo Vittoria, Aurora a Nord; Mirafiori a Sud (dove solo tra giugno e agosto sono stati recuperati 18 alloggi). Ma non solo. A marzo sono stati recuperati ben 5 alloggi di proprietà Atc di via Faà di Bruno, in zona Vanchiglia.
Dopo la “liberazione” degli appartamenti da chi vi abitava senza diritto, il lavoro di Atc però continua. Con un impatto economico sui conti dell’ente non indifferente. Gli occupanti abusivi entrano nel circuito dei servizi sociali cittadini: in pratica viene proposta loro una soluzione abitativa alternativa (dormitorio, casa famiglia o un luogo di accoglienza temporanea). Mentre gli alloggi abusivi molto spesso prima di potere essere nuovamente abitati, hanno bisogno di un'ampia serie di lavori di risistemazione, sia infrastrutturale che abitativa. Gli interventi possono arrivare fino ai 15mila euro.

Servirebbe almeno un milione per rimettere in sesto (il che, in termini pratici, vuol dire garantire le condizioni minime di abitabilità), i 75 alloggi popolari occupati abusivamente e sgomberati dall'inizio dell'anno. Per smaltire le masserizie lasciate dagli occupanti, ripristinare gli impianti, installare sistemi anti-effrazione al fine di scongiurare nuove occupazioni, Atc stima un costo che va dai 10mila ai 15mila euro per singolo alloggio. «Anche per questo motivo – spiega il presidente di Atc Maurizio Pedrini – il nostro obiettivo resta quello di riportare la legge dello Stato in tutti i quartieri popolari in cui ci siano occupazioni abusive. Il mio impegno su questo fronte, insieme all’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone e a tutte le istituzioni coinvolte, è massimo».

Il “Tavolo sgomberi”
L'impegno si rispecchia nei numeri. Da inizio anno recuperati 75 alloggi. Mentre ne risultano ancora occupati 132. Appena due anni fa, nel 2023, il patrimonio occupato superava le 200 unità.
«Frutto del filo diretto con prefettura, Regione, municipale ed Atc - avevano raccontato Pedrini e Marrone all'alba di uno degli ultimi sgomberi effettuati. Lo scorso 26 agosto, in via Togliatti 15, zona Mirafiori sud, erano state individuate ben nove persone abusive in un alloggio Atc. «Gli sgomberi non vanno in vacanza», aggiungevano poi i due. Il tema infatti è da tempo al centro di un Tavolo interforze che ha lo scopo di affrontare il fenomeno, perché oltre all’ovvia violazione della legalità, le ricadute negative, potenzialmente, sono tante. Un vero e proprio allarme sociale che si incista in zone già fragili e spesso si intreccia con attività criminali, causando problemi di convivenza con gli assegnatari regolari.

Che succede dopo?
La concentrazione degli interventi avviene nelle zone più periferiche: Barriera di Milano, Madonna di Campagna, Borgo Vittoria, Aurora a Nord; Mirafiori a Sud (dove solo tra giugno e agosto sono stati recuperati 18 alloggi). Ma non solo. A marzo sono stati recuperati ben 5 alloggi di proprietà Atc di via Faà di Bruno, in zona Vanchiglia.
Dopo la “liberazione” degli appartamenti da chi vi abitava senza diritto, il lavoro di Atc però continua. Con un impatto economico sui conti dell’ente non indifferente. Gli occupanti abusivi entrano nel circuito dei servizi sociali cittadini: in pratica viene proposta loro una soluzione abitativa alternativa (dormitorio, casa famiglia o un luogo di accoglienza temporanea). Mentre gli alloggi abusivi molto spesso prima di potere essere nuovamente abitati, hanno bisogno di un'ampia serie di lavori di risistemazione, sia infrastrutturale che abitativa. Gli interventi possono arrivare fino ai 15mila euro.

Il patrimonio “vintage”
Gli alloggi abusivi, in questo modo, finiscono per sommarsi alla lunga lista degli immobili di proprietà di Atc che necessitano di ristrutturazione. A non aiutare, infatti, c’è un patrimonio complessivo piuttosto datato, come ammette lo stesso Pedrini. In cui la maggior parte degli immobili ha almeno quarant’anni di vita “sulle spalle”. Ci sono poi 250 alloggi, in cui sono presenti tracce di amianto, che, come tali, considerati “non assegnabili” senza una bonifica.

Fondi e Autorecupero
Per il recupero dello sfitto totale? «Servirebbero almeno 55 milioni di euro», aveva spiegato a inizio anno Marrone. A giugno, poi, l’annuncio di un nuovo investimento: 1,4 milioni per assegnare 54 alloggi Atc in attesa di consistenti ristrutturazioni, aumentando le assegnazioni del 2025 dell’80%. A contribuire all’aumento delle assegnazioni, infatti, l’Autorecupero: il bando che ha messo a disposizione di coloro che s’impegnano a farsi carico dei lavori di adeguamento (vedendosi poi riconosciuti i costi da Atc) 250 appartamenti sul territorio cittadino.
Un modo per mettere a disposizione un maggior numero di alloggi per chi è in graduatoria per la casa popolare e al tempo stesso scongiurare le occupazioni abusive. Tra le prime, rivendicate, operazioni dell’avvento de “l’era Pedrini”.

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