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Sanità

Lo sprint alle liste d'attesa non basta: in Piemonte si prenota per il 2026

Liste d'attesa al collasso: l'«emergenza Piemonte 2» secondo Daniele Valle, visite ed esami pubblici prenotabili solo nel 2026 e cittadini spinti verso il privato

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Il reparto

Visite specialistiche prenotabili solo tra un anno, esami diagnostici senza alcuna disponibilità in tutta la regione, cittadini lasciati in attesa e sempre più spinti verso il privato. La denuncia arriva da Daniele Valle, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte, che parla apertamente di una nuova “emergenza Piemonte 2”.

«Gli anni passano – afferma Valle – ma sulla questione delle liste d’attesa non si registra alcun miglioramento. Anzi, in molti casi la situazione è addirittura peggiorata». Da mesi l'esponente del Partito Democratico sta effettuando un tour negli ospedali e presidi sanitari della regione, raccogliendo dati, testimonianze e segnalazioni dirette. 

Nonostante gli aggiornamenti dell'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi sull'avanzamento degli appuntamenti serali e "festivi" (tra il sabato e la domenica), che già la scorsa settimana avrebbero superato la quota 110mila prestazioni aggiuntive, il quadro resta desolante.

Molti cittadini, contattando il Cup unico regionale, si sentono ripetere sempre la stessa risposta: “non c’è posto”. A volte, le prime disponibilità sono spostate di oltre un anno. Colpa proprio della fine delle risorse per le prestazioni aggiuntive, secondo Valle, e anche di un tentativo delle aziende sanitarie di far quadrare i conti, tagliando gli slot disponibili.

Dati alla mano: le attese record

Nel suo report, Valle elenca alcune delle tempistiche attuali per esami e visite in Piemonte con priorità "P", cioè programmata, in basse alla quale la visita dev'essere garantita entro 120 giorni. L'evidenza, invece, è molto diversa:

  • Ecografia muscolotendinea: prima data utile il 30 marzo 2026 a Verduno

  • Colonscopia: nessuna disponibilità in tutto il Piemonte

  • Visita dermatologica: 23 dicembre 2026, Torino, via San Secondo

  • Gastroscopia: 8 settembre 2026, ospedale San Luigi

  • Visita oculistica: 22 settembre 2026, Molinette

  • Risonanza magnetica alla colonna: tra febbraio e settembre 2026

  • Eco addome: 20 maggio 2026 a Chieri

  • Mammografia: settembre 2026 al Sant’Anna

  • Visita pneumologica: dicembre 2026

Unica eccezione: l'eco TSA (tronchi sovra-aortici), per cui si trova posto il 20 novembre 2025 al Don Gnocchi.

«Questi dati parlano da soli – insiste Valle –. Non si chiedono miracoli, ma trasparenza e meno propaganda. L’assessorato regionale deve dire chiaramente cosa sta accadendo: la gente ha bisogno di curarsi, non di essere ignorata».

Un sistema in crisi

La carenza di slot, secondo Valle, riguarda in modo particolare l’area del Piemonte 2 (Sud della Regione), mentre a Torino e provincia si trovano ancora alcune disponibilità, seppur minime. Ma la disparità territoriale, in un sistema sanitario pubblico, è un ulteriore fattore critico.

Altro nodo: le prestazioni più difficili da ottenere – come la colonscopia – sono anche quelle che nel privato possono generare un “filone commerciale” redditizio. «Il rischio – afferma Valle – è che il cittadino venga spinto, volontariamente o meno, verso soluzioni a pagamento, aggravando le disuguaglianze sociali».

La richiesta: dati veri, non slogan

Il vicepresidente della Commissione Sanità chiede quindi un cambio di passo: «Le Aziende sanitarie e la Regione non possono limitarsi a gestire il problema con soluzioni-tampone. Serve una programmazione seria, finanziamenti adeguati e soprattutto il coraggio di dire la verità ai cittadini».

Nel frattempo, però, per molti piemontesi curarsi nel pubblico resta un miraggio lontano. Con liste d’attesa che guardano al 2026, la sanità regionale si ritrova ancora una volta sotto esame.

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