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RINCARI
29 Settembre 2025 - 07:20
I carrelli della spesa diventano sempre più costosi, e certi alimenti prima “di uso quotidiano” sembrano essere diventati quasi “di lusso”.
Il rincaro non è passato inosservato ai consumatori che, girando tra gli scaffali con la lista delle cose da comprare, si trovano costretti a fare delle rinunce.
Prodotti come burro, pomodori, cioccolato, frutta fresca, uova e carne bovina sono tra quelli che hanno registrato aumenti particolarmente consistenti, con rincari a doppia cifra per alcune categorie.
Una confezione di uova da sei, in media, nei supermercati parte dai 2 euro in su, fino a superare i 4 euro per le uova ruspanti.
I pomodori? Il costo si aggira mediamente tra 0,90 e 1,20 euro per quelli “standard” sfusi, ma può arrivare dai 3 ai 6 euro per le coltivazioni biologiche. I prezzi sono più alti per i prodotti confezionati o di origine locale.
Anche il pane, considerato un alimento basilare sulla tavola degli italiani, sta raggiungendo dei costi stellari: dal 2012, si registra un rincaro del 62%.
E se prima con 50 euro (circa) si riusciva a fare una spesa quasi abbondante, adesso il carrello resta mezzo vuoto: un budget che può bastare da uno a due giorni per una persona. Per le famiglie ancora meno, un paio di pasti. Ed ecco che si scatena la caccia alle promozioni.
Come il signor Domenico, 81 anni, che, come tanti italiani, ama ritagliarsi il “sacro” momento del caffè appena sveglio. Ma con il rincaro, «il macinato sta raggiungendo dei prezzi folli. Due confezioni 9 euro». E ancora di più per chi utilizza le capsule. Pur di non rinunciare al suo «espresso senza zucchero - racconta - ho visto in un supermercato una offerta imperdibile, di quelle confezioni, appunto, formato convenienza e così ho fatto scorta».
E se per la carne, uova e caffè ricorre alla comodità dei supermarket, «il pane lo prendo sempre in panetteria. Ne approfitto per fare due passi». Per frutta e verdura, invece, il modo “più facile” per risparmiare restano i banchi del mercato.
Una scelta che va incontro ai portafogli ma non a chi non ha abbastanza tempo. In particolar modo per le famiglie con figli a carico.
Nella frenesia del “tram tram” quotidiano, solitamente, la spesa diventa un appuntamento settimanale che non può prevedere troppi giri: insomma, «tra i tanti impegni, si sceglie un supermercato che abbia tutto».
È ciò che accade alla signora Daniela (53 anni), mamma di tre figli, di cui una celiaca.
«Fare una spesa per cinque persone non è sempre facile - ammette - soprattutto seguendo le esigenze alimentari di tutti». La figlia ventenne Irene, infatti, ha scoperto da qualche anno di essere intollerante al glutine.
Un’allergia non solo destabilizzante nelle abitudini alimentari, ma anche molto costosa. «Il “mio” pane (da toast può costare anche 5 euro».
Per gli viveri gluten free il SSN mette a disposizione dei buoni mensili che «finiscono in fretta, visti i costi».
E se le offerte non riducono abbastanza lo scontrino, si rinuncia alla qualità degli alimenti, optando per sottomarche o prodotti industriali che costano meno.
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