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L'INCONTRO

Il Comune boccia il piano Sanitario. Critiche a Riboldi da Palazzo Civico

Un faccia a faccia con la commissione: «Mancano dati e numeri»

Il Comune boccia il piano Sanitario. Critiche a Riboldi da Palazzo Civico

Quasi un anno fa era stato promesso un ulteriore confronto, e ieri, l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi è stato di parola: accolto a Palazzo Civico dalla commissione, ha discusso il nuovo piano socio-sanitario piemontese.

Il “faccia a faccia” tra Regione e Città di Torino, nella cornice della Sala dell’Orologio, ha portato ad alcuni spunti di riflessione mossi in particolare dal gruppo PD.

Dopo il rinvio per la pausa estiva, il botta e risposta arriva durante «la fase conclusiva del piano - rimarca Riboldi - prima di portarlo nel parlamento regionale e costruire insieme un piano più esaustivo».

I punti saldi del piano presentato dall’assessore riguardano le liste d’attesa, le spese in produttiva, e tavoli di lavoro per specifiche patologie. Una novità cara a Riboldi è «il nuovo settore dedicato alla sanità mentale, che comprende le dipendenze (anche quella digitale)».

Le contestazioni, invece, a fronte dei ringraziamenti all’assessore per la disponibilità, evidenziano una «carente specificità - ha detto l’assessore comunale Jacopo Rosatelli - bisogna uscire da questa generalità che caratterizza il piano, o difficilmente potrà essere lo strumento che dovrebbe». Dunque, per la maggioranza tanti «buoni propositi ma senza basi solide, mancano dettagli, dati e prospettive».

Un altro tema ricorrente negli interventi della commissione, sono state le criticità del personale sanitario.

«Il personale non basterebbe mai - risponde Riboldi - anche le prestazioni aggiuntive non possono risolvere il problema delle lista d’attesa. Però ci permettono di vedere la luce in fondo al tunnel». E proprio sul tema, l’assessore ha annunciato la formalizzazione della gara per la nuova piattaforma Cup, gestita dall’intelligenza artificiale, per potenziare il sistema.

Un altro tipo di “potenziamento” studiato dal piano socio-sanitario, è l’unificazione dell’ospedale Sant’Anna al Regina Margherita per migliorare le cure specializzate grazie anche a maggiori fondi. Non sono mancate le critiche ad una visione che «focalizza le donne solo in quanto madri».

Insomma, si apprezza lo sforzo, ma ci sarà sicuramente ancora da lavorarci su. Ma in tempi non troppo lunghi: «Ipotizzo che dicembre, sia un po’ come agosto. Non possiamo prolungare troppo o non avremo la firma nemmeno per il 2025», la preoccupazione maggiore dell’assessore Riboldi.

E se per ora si conclude il “primo round” dal punto di vista sanitario, «si attende l’assessore Maurizio Marrone per la parte sociale», annuncia il presidente Vincenzo Camarda.

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