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02 Ottobre 2025 - 09:15
Studenti Pro-Pal contestano la neo-rettrice Cristina Prandi
Ha parlato di fronte a un’aula magna gremita. Precarietà, ricerca, ma anche il conflitto in Medio Oriente. Questi i temi toccati ieri mattina da Cristina Prandi, la prima donna in 621 anni di storia dell’Università di Torino a diventare rettrice e che prende il posto di Stefano Geuna. Dopo il suo discorso, la neo-rettrice ha ascoltato anche gli studenti Pro-Pal, entrati alla Cavallerizza grazie alla mediazione del prorettore Gianluca Cuniberti e che hanno letto una lettera di contestazione sia nei suoi confronti, sia nei confronti dell’ateneo torinese.
«Assumo questa carica con grande senso di responsabilità verso questa comunità nella speranza di costruire un futuro migliore, ma sento anche un eredità di inestimabile valore. Inizia un tempo nuovo: non mi sfugge il fatto di essere la prima donna a essere eletta rettrice, frutto di un cammino collettivo. E' un punto di partenza lungo un cammino ancora lungo», le prime parole di Cristina Prandi. Poi, il passaggio sulla precarietà: «Non possiamo parlare di indipendenza se restano tali squilibri all'interno di chi fa ricerca e non solo». Un discorso d’insediamento che si è tenuto di fronte alle istituzioni: presenti, tra gli altri, il prefetto Cafagna, la vicesindaca Favaro, i procuratori Musti e Bombardieri, il questore Sirna e il generale De Cinti, gli assessori regionali Riboldi e comunali Tresso, Foglietta e Purchia. Prima del discorso di Cristina Prandi, sono intervenuti la professoressa emerita dell’università di Torino, Paola Bonfante e il direttore del Museo Egizio, Christian Greco.
Inevitabile, per la neo-rettrice di Unito, non soffermarsi sul conflitto in corso a Gaza: «Gaza è uno di quei luoghi dove, oggi, i diritti umani vengono calpestati. L’Università di Torino deve farsi portavoce, senza esitazioni, della denuncia della violazione dei diritti umani nella Striscia. Ma non possiamo fermarci a questo: servono azioni concrete, ad esempio borse di studio per studentesse e studenti palestinesi, oltre a progetti per la ricostruzione e per la realizzazione di corridoi umanitari». Alla fine del suo discorso, Prandi ha ascoltato la delegazione di studenti Pro-Pal, i quali hanno letto una lettera di contestazione: «Le parole della rettrice sono parole vuote. L’inerzia dell’ateneo su quello che sta succedendo a Gaza si protrae da due anni. Ora stop immediato agli accordi con le università israeliane e con la Leonardo».
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