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Il caso
02 Ottobre 2025 - 11:52
Giorgia Meloni
Dopo la notte di scontri a Porta Nuova, al grido di «Blocchiamo tutto se bloccano la Flotilla», a Torino la tensione continua a rimanere alta. Occupata l’Università e “promessi” nuovi cortei nella giornata di oggi. Ma potrebbero essere solo un assaggio di quello che succederà domani, con lo sciopero generale che questa volta – a differenza di lunedì 22 settembre – vede anche la Cigl unita (anche se Fismic Confsal e Filcom Fismic Confsal se ne chiamano fuori parlando di «iniziativa sbagliata»). E che, concomitanza probabilmente infelice, vede domani la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen a Torino per la Italian Tech Week, insieme al patron di Amazon Jeff Bezos.
Ed è di circa un’ora fa il commento della premier Giorgia Meloni sulla Sumud Flotilla e sui disagi preannunciati in questo fine settimana. «Le operazioni di abbordaggio sono ancora in corso e le stiamo seguendo minuto per minuto», ha dichiarato Meloni, intervenendo oggi sul delicato scenario delle tensioni legate alla crisi in Medio Oriente e sulle ripercussioni che questa sta avendo anche sull’Italia.
Parlando degli sviluppi sul campo e del coinvolgimento italiano in iniziative umanitarie e diplomatiche, Meloni ha ribadito l’impegno del governo: «Facciamo tutto ciò che è nelle nostre possibilità. Continuiamo a essere tra i primi a sostenere concretamente i corridoi umanitari e uno dei Paesi in prima linea per la consegna di aiuti nella Striscia di Gaza».
Meloni ha però voluto sottolineare con forza come le conseguenze interne, in particolare i disagi che stanno colpendo i cittadini italiani (e che la vedano al centro di slogan poco ortodossi, per esempio il «Meloni come Kirk» scritto con lo spray su un muro della stazione di Porta Susa) abbiano cause diverse da quelle che vengono spesso raccontate nel dibattito pubblico: «Continuo a ritenere che queste iniziative, in particolare le mobilitazioni e i blocchi, non portino benefici tangibili alla causa palestinese, ma creino invece molti disagi al popolo italiano, che ringrazio per la pazienza e la responsabilità dimostrata. I disagi che stiamo vivendo – afferma – non sono legati alla situazione in Palestina, quanto piuttosto a dinamiche tutte italiane. Del resto ce lo spiegano i sindacati».
Non manca una frecciata agli scioperi annunciati per venerdì da alcune sigle sindacali: «Mi aspettavo che almeno si evitasse di proclamare uno sciopero congiunto di venerdì. Il week-end lungo e la rivoluzione non stanno bene insieme», ha affermato la premier con tono critico, lasciando intendere che la scelta avrebbe finalità più opportunistiche che di reale protesta.
Meloni esprime poi rammarico per l’assenza di una posizione condivisa in Parlamento sul piano di pace per il conflitto israelo-palestinese: «Mi dispiace che non ci sia stato il sostegno a una mozione unitaria sul piano di pace che abbiamo presentato. L’opposizione ha fatto un’altra scelta. Solo la sinistra si è tirata indietro, mentre c’è stato sostegno anche da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese».
Meloni ha infine ribadito che l’Italia continuerà a lavorare per la stabilizzazione del Medio Oriente, puntando su iniziative diplomatiche, aiuti umanitari e sostegno alle popolazioni civili, «con il pieno appoggio del popolo italiano, pur consapevoli dei disagi che questo comporterà anche nel nostro Paese».
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