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Il caso

L'Eurocamera approva l'immunità a Ilaria Salis, Salvini: "deve ringraziare il centrodestra"

Salva per un solo voto, 306 su 305 contrari e 17 astenuti. Ma è giallo sul voto

La città di Rivoli si schiera contro Ilaria Salis

La città di Rivoli si schiera contro Ilaria Salis

Con 306 voti favorevoli e 305 contrari, il Parlamento europeo ha respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare per Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra. Accusata dal governo ungherese di aggressione, lesioni in concorso e di far parte di un’associazione estremista.

Lo scrutinio, avvenuto a voto segreto, si è concluso con un margine minimo: appena un voto ha fatto la differenza. Diciassette astenuti, su un totale di 628 votanti. «Una vittoria per la democrazia, lo Stato di diritto e l’antifascismo», ha commentato Salis in una nota. «La resistenza funziona: quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. Ma la lotta è tutt'altro che finita», ha aggiunto, chiedendo sostegno per tutti gli attivisti antifascisti “presi di mira per aver sfidato l’autoritarismo”. Ma proprio il «trucchetto del voto segreto», dice il vicepremier della Lega Matteo Salvini, l'avrebbe salvata. «Qualcuno che si dice di centrodestra ha contribuito a questo risultato. Vergogna», aggiunge. «Solo una parola», scrive sui social invece l'europarlamentare leghista postando anche un’immagine di Ilaria Salis con la scritta “vergogna”.

Mentre l'europarlamentare torinese Giovanni Crosetto (FdI), parla di «profonda delusione». «La presunzione di innocenza è un principio che difendiamo e che deve sempre essere garantito, ma non può trasformarsi in uno scudo che impedisca il normale corso della giustizia». «L’immunità parlamentare nasce per garantire la libertà di espressione e di azione politica dei deputati nel perimetro del loro mandato. Non deve, e non può in alcun modo, essere usata per impedire che un parlamentare venga giudicato per azioni — potenzialmente criminali — compiute prima della sua elezione», conclude.

Sul voto, poi, pende anche un piccolo “giallo”: l’eurodeputato tedesco del PPE Markus Ferber ha segnalato un malfunzionamento della propria scheda elettronica e chiesto la ripetizione dello scrutinio, richiesta respinta dalla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. «Il voto resta», ha confermato la presidente.

Sul voto anche la capogruppo Avs in Regione Piemonte: «La lotta è tutt'altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l'autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi», annuncia.

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