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Il caso
08 Ottobre 2025 - 03:29
Torino è scesa in piazza, ieri sera, per l'ennesima volta. Giusto il tempo di rifiatare dalla violenza dello scorso 3 ottobre. Nonostante la mancata autorizzazione da parte della Questura e l’invito del ministro della Sicurezza Matteo Piantedoi a «non macchiare la ricorrenza di una grande tragedia», i manifestanti hanno sfilato durante il secondo anniversario dall'attentato che ha sancito l'inizio del conflitto israelo-palestinese.
Lo slogan resta più o meno lo stesso: "Il genocidio non è finito, siamo resistenza, continuiamo a bloccare tutto". Recita così lo striscione in testa al corteo che inizia a incamminarsi verso via Pietro Micca. «Non ci facciamo intimidire, né dal Questore né dai ministri», urlano dal megafono. Infatti, in barba a quanto prescritto dal questore, il corteo né è stato rinviato, tantomeno appare statico. Questa volta, così, la politica resta al caldo delle proprie case. Se Partito Democratico, Avs e Movimento Cinque Stelle, come anche molti sindacati - tra cui Usb, che era invece stato tra i principali promotori delle ultime iniziative - semplicemente non vi prendono parte.
Altri si levano a condannare chi scende in piazza. Tra questi c'è il capogruppo regionale della Lega Fabrizio Ricca: «A Torino ci si prepara per la solita guerriglia. La deriva delle proteste Pro-Pal sta diventando pericolosa, con scritte contro il popolo ebraico sempre più frequenti», afferma. La vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte Alessandra Binzoni sottolinea invece come «tra chi ha scelto di macchiarsi appoggiando questa vergognosa manifestazione "Non una di meno", collettivo che non ha mai preso le distanze da minacce e manifestazioni non autorizzate». Binzoni, durante il Consiglio regionale di ieri, aveva condannato con un Odg «ogni tentativo di legittimare la discesa in piazza in questo giorno».
Più morigerate ma altrettanto ferme le altre posizioni, come quella di Avs: «Un corteo il 7 ottobre sarebbe solo uno spunto polemico», afferma il deputato Marco Grimaldi, annusando rogne. «No alle manifestazioni il 7 ottobre, sì al piano di pace», è invece la posizione di Stati Uniti d'Europa. «Celebrare questa data equivale a compiere un atto di apologia del terrorismo», è quanto dichiara la consigliera regionale Valeria Nallo alla vigilia del corteo.
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