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Il caso
10 Ottobre 2025 - 10:32
Il poliambulatorio di via del Ridotto
Lo scontro è quasi aperto tra cittadini, amministratori locali e Regione Piemonte su due scenari (ma potenzialmente anche di più). Il primo: il trasloco del poliambulatorio di via Del Ridotto, i cui servizi dall'anno prossimo si sposteranno in via Cigna, nella nuova e riqualificata sede dell'ex astanteria Martini) 800 metri più avanti. Il secondo, l'ambulatorio di via Le Chiuse, nel cuore di San Donato, dove prima dei lavori di realizzazione della nuova Casa di Comunità di via Pacchiotti 4, erano state collocate visite specialistiche e prestazioni sanitarie. Adesso, però, come previsto, via Pacchiotti torna ad essere il presidio di riferimento, lasciando San Donato privo dei servizi a cui i residenti "si erano abituati". Entrambe le decisioni hanno, così, suscitato non poco scompiglio tra i residenti e dato vita a due raccolte fondi.
Contro la chiusura di via Le Chiuse le firme sono state 1.600, già consegnate in Regione dal Comitato cittadino “Salviamo l’ambulatorio di via Le Chiuse”. In prima linea anche il Pd, tra cui la capogruppo in Regione, Gianna Pentenero, il capogruppo in Comune Claudio Cerrato, e le consigliere regionali Nadia Conticelli, Monica Canalis e Laura Pompeo. «Togliere questo presidio significa privare centinaia di cittadini, molti dei quali anziani o fragili, di un punto di riferimento essenziale», denunciano i Dem. Preoccupazioni condivise anche dalla Circoscrizione 4, che con atti ufficiali aveva già chiesto alla Regione e all’Asl di mantenere attivo il presidio di via Le Chiuse, affiancandolo alla nuova Casa di Comunità di via Pacchiotti. Il presidente della Circoscrizione, Alberto Re, ha sottolineato come la distanza tra le due sedi – circa 2,5 km – possa rappresentare un ostacolo insormontabile per molte persone anziane o in difficoltà. «Chi potrà permetterselo si rivolgerà al privato, mentre i più fragili finiranno per intasare il pronto soccorso del Maria Vittoria», avverte Re.
Stesso discorso vale per via Del Ridotto: «Questa è una chiusura ingiustificata», afferma il vicepresidente della Circoscrizione 5 Antonio Cuzzilla. Una posizione simile anche da parte dell’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli: «Come Città avevamo espresso la nostra contrarietà alla chiusura circa le ricadute negative per Borgo Vittoria. La realizzazione delle Case della comunità positiva, ma non può significare l'assenza totale di altri presidi che garantiscano maggiore prossimità», spiega. «Non ci stiamo a perdere un servizio sanitario di prossimità così importante e con tutti quei servizi, presente da oltre 50 anni», ribadisce anche il consigliere comunale dem Simone Tosto.
Il timore è che la razionalizzazione dei servizi comporti un aumento delle disuguaglianze, penalizzando proprio i quartieri più popolari.
Nel frattempo un ulteriore elemento di potenziale tensione emerge dalla recente comunicazione dell’Asl di spostare il Sert in via Foligno 14, dove già risiedono diverse associazioni che svolgono un presidio attivo sul territorio. «L’insieme di queste fragilità va gestito con equilibrio e in modo coordinato», avverte Cuzzilla.
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