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Stellantis: ecco cosa c'è nel maxi-piano da 13 miliardi in USA (e cosa promette per Fiat). Le parole di Filosa VIDEO

Il più grande investimento della storia del Gruppo per 5.000 posti di lavoro. E l'Italia? Parla solo Imparato

Stellantis: ecco cosa c'è nel maxi-piano da 13 miliardi in USA (e cosa promette per Fiat)

Stellantis dice che "Il Piano per l'Italia va avanti", però intanto piazza 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti con la creazione di 5.000 posti di lavoro. Filosa (con Elkann), in attesa del piano industriale a metà 2026, ha già deciso: è l'America che conta. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questo maxi investimento. E cosa resta per l'Italia (e Torino).

"L'investimento più significativo in 100 anni" dicono dal Gruppo (che di anni ne ha cinque, ma evidentemente qui ci si riferisce a Chrysler). E prevede l’introduzione di cinque veicoli nuovi in tutta la gamma prodotto nei segmenti principali. Sosterrà inoltre la produzione del nuovo motore a quattro cilindri e la creazione di oltre 5.000 posti di lavoro negli stabilimenti in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. L'obiettivo è aumentare la produzione annua del 50%, inserendo i lanci dei nuovi prodotti in una gamma pianificata fino al 2029.

“Questo investimento negli Stati Uniti – il più grande e individuale mai realizzato nella storia di Stellantis – stimolerà la nostra crescita, rafforzerà i nostri impianti produttivi e porterà più posti di lavoro americani negli Stati che consideriamo la nostra casa - ha dichiarato Antonio Filosa, ceo di Stellantis - Mentre ci prepariamo ai prossimi 100 anni, poniamo il cliente al centro della nostra strategia, ampliando la nostra gamma e offrendo loro la libertà di scegliere i prodotti che desiderano e amano.”

Ecco quindi come si divideranno gli investimenti.

In  Illinois Stellantis prevede di investire più di 600 milioni di dollari per riaprire il Belvidere Assembly Plant e ampliare la produzione di Jeep Cherokee e Jeep Compass per il mercato statunitense. Con l’inizio della produzione previsto per il 2027, queste azioni dovrebbero creare circa 3.300 nuovi posti di lavoro.

Un investimento di circa 400 milioni di dollari è destinato all'Ohio per la produzione di un nuovissimo pick-up di medie dimensioni al Toledo Assembly Complex, dove si unirà a Jeep Wrangler e a Jeep Gladiator. Il trasferimento della produzione potrebbe creare più di 900 posti di lavoro. L’inizio è previsto per il 2028.

Dovrebbe arrivare anche un nuovo suv di grandi dimensioni, sia in versione endotermica sia elettrica, per lo stabilimento  Warren Truck Assembly Plant, nel Michigan, a partire dal 2028. Stellantis investirà circa 100 milioni di dollari per riconvertire lo stabilimento. È previsto che il nuovo programma creerà oltre 900 posti di lavoro nello stabilimento dove ora vengono prodotti i modelli Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer.

L’Azienda prevede inoltre di investire 130 milioni di dollari per preparare il Detroit Assembly Complex - Jefferson alla produzione della Dodge Durango di prossima generazione, ribadendo l’impegno assunto a gennaio. L’inizio della produzione è previsto per il 2029.

Infine, in Indiana, il piano conferma ulteriori investimenti in diversi suoi stabilimenti a Kokomo per avviare, a partire dal 2026, la produzione del nuovo motore a quattro cilindri, ovvero il GMET4 EVO. L’Azienda prevede di investire più di 100 milioni di dollari e di creare oltre 100 posti di lavoro per garantire che gli Stati Uniti siano la sede di produzione di questo powertrain strategico.

La nota ufficiale del Gruppo era arrivata ieri a tarda sera, al termine di una giornata in cui a Piazza Affari aveva perso il 4,78% (attestandosi a 8,37 euro per azione), in controtendenza pesante rispetto al rally di lunedì quando i mercati avevano dato fiducia alla "cautela" sulla presentazione del nuovo piano industriale filtrata dalle notizie di stampa. Ieri però è arrivata la bocciatura di Moody's che ha portato l'outlook a "Negativo" e confermato il rating a Baa2. Le ragioni? La difficoltà di Stellantis di mantenere alta la redditività, la necessità - come già evidenziato dagli analisti nei giorni scorsi - di aumentarne la capacità di almeno 8-10 miliardi. La chiave, evidentemente, è negli USA: ma Moody's avverte che è necessaria "una mitigazione dell'effetto dei dazi" e soprattutto "ulteriori miglioramenti strutturali dei costi". Come a dire: via spese inutili e progetti sbagliati. In Europa si trema.

Ma Jean Philippe Imparato, ceo Maserati ed ex Europe Enlarged, ha garantito che "Il piano per l'Italia è già firmato e va avanti. Il 2026 sarà l'anno di svolta per Fiat". Il 20 ottobre, a Mirafiori, Filosa incontrerà i sindacati e le aspettative diventano sempre più alte (come i timori).

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