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Automotive & Finanza

Stellantis, stop (per ora) al piano industriale ma vola in Borsa. Ecco cosa sta succedendo

Al ceo Filosa serve una nuova strategia e un pacchetto di miliardi. Cosa succederà all'Italia?

Stellantis, stop (per ora) al piano industriale ma vola in Borsa. Ecco cosa sta succedendo

Stellantis frena sul nuovo piano industriale ma la Borsa la premia. Il titolo, infatti, dopo un crollo del 7% nella giornata di venerdì, riparte in rally e a metà giornata segna +3,25% a Piazza Affari. Investitori convinti dai cambi di piani che sembrano, a questo punto, in atto?

Sì, perché la sensazione che Stellantis stia rivedendo i suoi obiettivi e le strategie industriali. Quindi, il piano industriale del ceo Antonio Filosa, che lui stesso aveva detto sarebbe stato annunciato a inizio 2026, slitta di almeno 3 mesi. Lo si è scoperto, riferisce MilanoFinanza, dalla trascrizione della call di commento alle stime preliminari sulle consegne del terzo trimestre 2025, tenuta lo scorso venerdì, dall'head of investor realtions di Stellantis, Ed Ditmire. "Il piano aggiornato sarà presentato alla comunità finanziaria durante un Capital Markets Day nella prima metà del 2026" ha spiegato agli analisti, avvertendo che il Gruppo è nel pieno di una revisione strategica interna.

Lo si era evinto già dalla riorganizzazione del leadership team di Filosa, con nuovi vertici per le divisioni strategiche, a cominciare da Europe Enlarged basata a Torino, da cui esce Jean Philippe Imparato ed entra Emanuele Cappellano. Gli ex Marchionne Boys di Filosa sono il gruppo che sta prendendo le redini di una Stellantis certamente in grave difficoltà dopo l'abbandono dell'era Tavares. L'attuale strategia, incentrata sull'ibrido, era chiaramente di transizione: in Stellantis non hanno alcuna certezza che possa stabilizzare e rilanciare le prospettive del gruppo

Inoltre, dall'Europa come pareva aver indicato Imparato (con John Elkann) ora il focus è totalmente sulle Americhe (e l'Africa, ma quello è un altro discorso): quella del Sud per l'esperienza di Filosa e anche come "serbatoio" di veicoli e modelli che potrebbero trasformare in globali; e gli USA chiaramente, dove i rapporti con l'amministrazione Trump e il rilancio di Dodge, Chrysler, Jeep sono legati a un piano da 10 miliardi di dollari.

E l'Italia? Quella era affidata al piano presentato da Elkann e Imparato, strettamente legata a Fiat con la 500 Ibrida e la Grande Panda. Ma da fonti interne al Gruppo apprendiamo che c'è più di una discussione in atto: in ballo ci sono strategie industriali pure - ossia i volumi produttivi di ciascun stabilimento - ma anche i modelli "a catalogo". Nel leadership team ci sarebbe chi si è già accorto di come quattordici brand (più Leapmotor) siano troppi. Vecchio tema che ogni tanto torna di attualità. E poi, c'è il mercato. E comunque la si veda, Stellantis non vuole essere in balia di ondate magari legate agli incentivi o ritorni di fiamma, o altro. 

Sul fronte analitico finanziario, è comunque indubbio che il trend borsistico di oggi si leghi alle stime delle consegne del primo trimestre, comunicate l'altro giorno - inoltre, d'ora in avanti il Gruppo comunicherà trimestralmente anche i ricavi non solo le consegue - e segnate da 1,3 milioni di unità, soprattutto grazie agli USA. 

Ma il Gruppo segna ancora il passo. Gli analisti ritengono che il passo necessario per stabilizzare e rende appetibile il titolo sarebbe "incrementare il proprio Aoi, l'Adjusted Operating Income - vale a dire la redditività dell'azienda, ndr - di circa 7-8 miliardi". Ecco perché Filosa e i suoi hanno capito che un piano troppo frettoloso sarebbe stato insufficiente. 

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