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Autista sotto inchiesta

Torino, autista del bus 74 insulta un 12enne: deferito per rifiuto di atti d’ufficio

Il conducente è accusato di aver rivolto frasi discriminatorie a un minore. L’episodio è avvenuto in via Bertani, davanti al cimitero Parco

Torino, autista del bus 74 insulta un 12enne

Il conducente è accusato di aver rivolto frasi discriminatorie a un minore. L’episodio è avvenuto in via Bertani, davanti al cimitero Parco

Un autista del bus 74 della GTT è stato deferito in stato di libertà con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio aggravato da comportamento discriminatorio, dopo un episodio avvenuto lo scorso 6 ottobre in via Bertani, a Torino. Secondo la denuncia presentata ai carabinieri della compagnia di Mirafiori, il conducente avrebbe rivolto un insulto razzista a un ragazzo di 12 anni di origini egiziane, che stava chiedendo informazioni sulla corsa dell’autobus diretto alla scuola.

Il fatto si è verificato intorno alle 7.30 del mattino, mentre il bus si trovava in servizio lungo la tratta che collega il quartiere Mirafiori al Gerbido. Il minore, salito trafelato dopo che la fermata a cui attendeva insieme alla madre era stata saltata, avrebbe domandato spiegazioni al conducente. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito nella querela, gli avrebbe intimato di scendere pronunciando frasi offensive a sfondo razziale. Il ragazzo, visibilmente turbato, è sceso e ha riferito l’accaduto agli insegnanti e poi al padre, che ha sporto denuncia.

Le indagini, coordinate dai carabinieri, hanno portato all’identificazione del conducente, ora sotto indagine. Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere di bordo per accertare la dinamica dei fatti e verificare l’esatto contenuto delle frasi pronunciate.

Il reato contestato, “rifiuto di atti d’ufficio”, fa riferimento alla condotta di un pubblico dipendente che omette o rifiuta di compiere un atto del proprio servizio. Nel caso specifico, si ipotizza che l’autista, invitando il passeggero a scendere invece di proseguire la corsa regolare, non abbia adempiuto ai propri obblighi di servizio. L’aggravante riguarda la presunta connotazione discriminatoria dell’episodio.

La famiglia del ragazzo, residente in Italia da vent’anni, è perfettamente integrata nel territorio torinese. Il padre, lavoratore con regolare permesso di soggiorno, ha dichiarato di essersi rivolto alle autorità “per tutelare i propri figli e per evitare che simili episodi si ripetano”.

GTT ha avviato un’indagine interna per valutare eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti del dipendente, in attesa delle conclusioni dell’inchiesta giudiziaria. L’azienda ha ribadito in una nota che “non tollera alcuna forma di discriminazione da parte del proprio personale” e che “la sicurezza e il rispetto dei passeggeri restano priorità fondamentali del servizio pubblico”.

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