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Torino, il Comune revoca la concessione al Jazz Club di piazzale Valdo Fusi

Dopo diciotto anni di convenzione e dieci di battaglie legali, Palazzo Civico ha dichiarato decaduta la concessione del celebre locale jazz

Torino, il Comune revoca la concessione al Jazz Club di piazzale Valdo Fusi

Il Comune di Torino ha revocato la concessione al Jazz Club di piazza Valdo Fusi, chiudendo una vicenda durata quasi due decenni

Il Comune di Torino ha revocato la concessione al Jazz Club di piazzale Valdo Fusi, chiudendo una vicenda durata quasi due decenni. Nato nel 2009 per valorizzare la tradizione jazzistica cittadina, il club aveva raccolto l’eredità dello storico Hot Club del 1933, diventando uno dei principali punti di riferimento del genere in Italia. L’iniziativa, avviata dall’associazione Jazz Club Torino Aps guidata dal sassofonista Fulvio Albano, si basava su una convenzione ventennale firmata nel 2007 con la Città di Torino, sostenuta anche da fondi europei.

Il locale, realizzato dopo due anni di lavori e aperto nel 2009, aveva ospitato oltre 250 concerti all’anno, con artisti italiani e internazionali di rilievo. L’obiettivo era creare uno spazio stabile dedicato al jazz, con un modello di gestione misto tra attività culturale e ristorazione. Nel 2015, la parte relativa al food era stata affidata alla Jct srl, poi fallita. La società, tuttavia, non aveva versato la propria quota delle spese né il canone dovuto al Comune, accumulando debiti per circa 40mila euro nei confronti dell’associazione.

Dal 2014 si è aperto un complesso contenzioso civile e amministrativo, culminato nel 2024 con una sentenza del tribunale che ha restituito la gestione all’associazione Jazz Club Torino. Nello stesso anno, tuttavia, l’amministrazione comunale ha avviato una verifica sulla regolarità della concessione e sullo stato del fabbricato, rilevando inadempienze e irregolarità formali. Il locale è stato quindi sgomberato, in attesa di una futura riassegnazione tramite bando pubblico.

Sulla vicenda pende anche un’inchiesta coordinata dal pm Francesco La Rosa, che ipotizza un tentativo fraudolento di sottrarre la gestione del club ai legittimi soci. Le indagini hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex amministratore della Jct per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L’uomo avrebbe inoltre patteggiato una condanna a un anno e mezzo per falso documentale, dopo aver presentato estratti conto falsificati per ridurre l’entità dei debiti.

Ad aprile 2024, mentre il locale si preparava a riaprire con la direzione artistica di Albano, le serrature erano state forzate e sostituite da ignoti. Nei giorni successivi il club aveva ripreso le attività senza l’autorizzazione dell’associazione fondatrice. Poco dopo, alla Camera di Commercio era stato depositato un verbale di un’assemblea mai avvenuta, in cui si dichiarava la nomina di un nuovo presidente — un pizzaiolo — che avrebbe poi affidato la gestione del locale a terzi. L’episodio è ora parte integrante delle indagini per accertare l’uso improprio del marchio e la gestione irregolare degli incassi.

La chiusura della concessione segna la fine di un’esperienza che, per oltre un decennio, aveva rappresentato un punto di incontro per musicisti e appassionati. Palazzo Civico ha annunciato l’intenzione di rilanciare lo spazio con un nuovo progetto culturale, da assegnare tramite gara pubblica. L’obiettivo dichiarato è preservare la vocazione musicale del luogo, restituendo alla città un centro per il jazz privo delle ombre che ne hanno segnato gli ultimi anni.

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