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il lutto

È morto Franco Reviglio, economista e riformatore della finanza pubblica

Ex ministro delle Finanze e docente universitario, introdusse lo scontrino fiscale come strumento di contrasto all’evasione

È morto Franco Reviglio, economista e riformatore della finanza pubblica

Franco Reviglio, economista ed ex ministro delle Finanze, è morto a Torino all’età di 90 anni

Franco Reviglio, economista ed ex ministro delle Finanze, è morto a Torino all’età di 90 anni. Figura centrale della finanza pubblica italiana del secondo Novecento, Reviglio fu il promotore dell’introduzione dello scontrino fiscale, una misura simbolo del suo approccio pragmatico e riformista alla politica economica.

Nato a Torino il 3 febbraio 1935, apparteneva a una famiglia di origini nobiliari e intraprese fin da giovane un percorso accademico di alto profilo. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino, nel 1964 iniziò la carriera universitaria come assistente, diventando nel 1968 professore ordinario di Scienza delle Finanze. Le sue ricerche si concentrarono su temi di spesa pubblica, previdenza sociale e politica fiscale. Tra le sue opere più note figurano La finanza della sicurezza sociale (Utet, 1969) e La spesa pubblica. Conoscerla e riformarla (Marsilio, 2007), testi di riferimento per generazioni di economisti.

Sul piano politico, Reviglio ricoprì ruoli di rilievo: fu ministro delle Finanze dal 1980 al 1981 nel governo Cossiga e ministro dell’Industria nel governo Andreotti. Durante la sua esperienza al dicastero delle Finanze promosse la diffusione della ricevuta fiscale come strumento di contrasto all’evasione e di equità tributaria, legando l’adempimento fiscale a un principio di responsabilità civile.

Fu inoltre presidente dell’Eni tra il 1993 e il 1996, periodo in cui contribuì alla ristrutturazione del gruppo in una fase complessa di trasformazione del settore energetico. Continuò a insegnare fino ai primi anni Duemila, mantenendo un ruolo di riferimento nel dibattito economico nazionale.

Rigoroso e riservato, Reviglio rappresentò una generazione di economisti che considerava l’etica pubblica parte integrante della gestione dello Stato. La sua eredità resta legata alla modernizzazione delle politiche fiscali e alla formazione di intere generazioni di studiosi e funzionari pubblici.

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