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Il caso
28 Ottobre 2025 - 10:48
Una sonora bocciatura, più che un’audizione. È cominciata così la discussione sul nuovo Piano sociosanitario del Piemonte. «Senza rispetto per i cittadini e non dignitoso per gli operatori», ha tuonato Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, di fronte all’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi. Un campanello d’allarme per il documento che la Regione promuove da mesi come la rinascita della sanità pubblica piemontese che secondo i medici, però, non è all’altezza.
Giustetto, rappresentante di migliaia di camici bianchi, ha spiegato senza mezzi termini cosa manca: un piano chiaro del personale, una visione epidemiologica dettagliata, riferimenti concreti su case e ospedali di comunità, indicazioni sull’ambiente e, soprattutto, sui fondi necessari. «Il piano sociosanitario non si scrive con le audizioni, ma con il lavoro degli esperti», ha accusato Giustetto, gelando l’assessore.
Un confronto aspro, che ha portato Riboldi a lasciare l'aula in più di un occasione. In seguito, affida una replica a Giustetto a mente più fredda, in forma scritta: «Abbiamo ascoltato le dichiarazioni del dottor Giustetto e non possiamo che esprimere sconcerto per il tono e per i contenuti». L’assessore ha contestato il presidente dell'Ordine per aver confuso il piano strategico con un documento operativo. «Intollerabile che chi rappresenta un Ordine professionale si arroghi il diritto di definire incapaci le alte professionalità che operano nelle direzioni regionali», conclude Riboldi. Ma la faccenda si profila tutt'altro che chiusa.
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