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Gli incontri

"Rimandare la fine del mondo" con un tocco femminile: all'Università di Torino parte il ciclo GEA

Dal 6 novembre al 25 febbraio undici docenti e ricercatrici dell'ateneo torinese proporranno un nuovo approccio al rapporto con il pianeta

"Rimandare la fine del mondo" con un tocco femminile: all'Università di Torino parte il ciclo GEA

Il 6 novembre 2025, dalle 14 alle 16, prenderà il via presso l'Aula 2 del Complesso Aldo Moro il primo appuntamento di "GEA - un ciclo di idee al femminile per rimandare la fine del mondo". A inaugurare la serie saranno Lia Emilia Zola, antropologa del Dipartimento di Lingue, e Laura Tomassone, epidemiologa del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino.

L'iniziativa nasce dalla necessità di rispondere a un fenomeno sempre più diffuso: se da un lato cresce il numero di persone che aderiscono ai movimenti ambientalisti, segnale di una maggiore consapevolezza delle nostre responsabilità come abitanti della Terra, dall'altro si diffonde sempre di più quella che viene definita "ansia climatica", una forma di disagio psicologico caratterizzata dalla paura per la catastrofe imminente e dall'incapacità di immaginare un futuro possibile.

L'urgenza con cui questa ansia si manifesta nelle azioni di gruppi attivisti come Fridays for Future, Extinction Rebellion e Ultima Generazione pone alla comunità scientifica la necessità di fornire nuove risposte. GEA raccoglie questa sfida attraverso la voce di undici donne, tutte ricercatrici e docenti dell'Università di Torino, ciascuna specializzata in un'area diversa del sapere.

Il gruppo è composto da Daniela Fargione (americanista), Maria Cristina Caimotto (linguista), Elisa Palazzi (fisica), Lia Emilia Zola (antropologa), Carmen Concilio (esperta di Studi Postcoloniali), Marta Chiarle (glaciologa), Laura Tomassone (epidemiologa), Alessandra Vannucci (brasilianista), Gabriela Mariel Zunino (linguista), Cristina Voto (filosofa) e Giorgia Esposito (linguista).

A ogni incontro, due relatrici si alterneranno per mettere in discussione la rappresentazione dominante del pianeta, considerata problematica sotto diversi punti di vista: dal lato economico perché fondata sull'idea di una crescita infinita; dal lato filosofico perché centrata sulla superiorità della specie umana a scapito delle altre; dal lato scientifico perché basata sul sapere occidentale come unico depositario di certezze; dal lato teologico perché intrisa di un immaginario catastrofico legato alla "fine del mondo".

Ogni appuntamento proporrà quella che le organizzatrici definiscono una "virata epistemica", ovvero nuovi modi teorici e pratici di concepire il nostro rapporto con il sistema planetario che ci ospita. L'obiettivo è farlo da un punto di vista femminile, privilegiando la costruzione di un immaginario cosmo-empatico piuttosto che apocalittico.

Il ciclo di incontri si svilupperà dal 6 novembre 2025 al 25 febbraio 2026 in modalità presenziale, nel corso delle lezioni dell'anno accademico 2025/26 delle docenti coinvolte. I contenuti di ogni appuntamento verranno registrati e successivamente montati in una serie di podcast, per permettere una diffusione più ampia delle riflessioni proposte.

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