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Il caso
08 Novembre 2025 - 18:05
Immagine di repertorio
Il “Bar Pasticceria Novanta” di Torino, in corso Duca degli Abruzzi, ha stabilito limiti di tempo per la permanenza ai tavoli: 15 minuti per un caffè, 20 per la colazione, 45 per il pranzo e un’ora per l’aperitivo. Le nuove regole, comunicate attraverso un cartello esposto sul bancone, hanno rapidamente attirato l’attenzione dei social network.
Il messaggio, incorniciato e visibile a tutti i clienti, recita: “Grazie clientela, vi informiamo sui tempi di permanenza al tavolo. Grazie per la collaborazione e la comprensione”. In poche ore è diventato virale, generando centinaia di commenti tra chi ha criticato la decisione e chi l’ha ritenuta comprensibile.
Lo stesso cartello è stato esposto anche nelle altre due sedi del locale, in corso Alcide De Gasperi e in corso Racconigi. Nella sede principale, all’ora di pranzo, il clima è apparso tranquillo: pochi clienti ai tavoli e un’atmosfera ordinaria. Dal personale è arrivata una spiegazione semplice: “È una scelta del titolare. Accade spesso che qualcuno prenda un caffè e resti seduto per ore”.
La decisione ha comunque alimentato un dibattito più ampio. Molti utenti hanno ironizzato parlando di “cronometro al tavolo” o di “tariffa a tempo”, mentre altri hanno difeso la scelta come misura per garantire la rotazione dei clienti, soprattutto in zone affollate come quella vicina al Politecnico di Torino.
Il caso ha riacceso la discussione su un fenomeno sempre più frequente: l’uso dei bar come spazi di lavoro o studio. Con laptop e tablet sui tavolini, il confine tra cliente e “occupante” si è progressivamente assottigliato. Il Bar Novanta ha deciso di fissarlo in modo netto, attraverso un regolamento che lascia poco spazio all’interpretazione.
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