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Automotive & Politica

Italdesign, la mossa della cordata italiana ora spaventa la Germania. Ecco perché

Sindacati e politica locale chiedono il Golden Power, mentre il ministro Urso dice "Li incontreremo"

Italdesign, la mossa della cordata italiana fa tremare la Germania

La candidatura della cordata italiana per l’acquisizione di Italdesign entra nel vivo e irrita i nervi tedeschi. Il Frankfurter Allgemeine Zeitung avverte che “i potenziali acquirenti italiani puntano ad aprire maggiormente Italdesign a nuovi clienti italiani e allo stesso tempo a spingere l’azienda verso nuovi settori industriali”. Oggi la società, controllata da Audi-Volkswagen tramite Lamborghini, realizza circa il 70% del fatturato in Germania e solo l’11% in Italia: numeri che spiegano perché a Wolfsburg il rischio percepito sia quello di un riequilibrio a favore della sponda italiana.



Chi c'è nella cordata e il piano industriale 
A guidare il fronte tricolore, come vi avevamo riferito qui, è Giancarlo Tonelli (ex Ventana, Ferrari e Fiat), affiancato dal finanziere Andrea Pavan, con il coinvolgimento di figure di primo piano come Eugenio Razelli (ex Marelli e Ferrari) e Amedeo Felisa (già ceo di Aston Martin e con un lungo passato in Ferrari). L’idea è chiara: mantenere le commesse Volkswagen per almeno un paio d’anni e, in parallelo, allargare il perimetro della ex Giugiaro verso altri costruttori, da Stellantis a BYD, spingendo anche su aerospace e navale. Una diversificazione che, secondo il quotidiano tedesco, potrebbe “alterare gli equilibri industriali di Volkswagen".

Le mosse di Volkswagen e il Dossier UST
Volkswagen, negli ultimi mesi, ha mantenuto canali aperti con la cordata italiana, mentre sul tavolo è arrivata un’offerta vincolante di UST Global, gruppo indo-americano. Due visioni a confronto: da un lato un’operazione che promette radicamento e filiere in Italia, dall’altro un player internazionale pronto a integrare Italdesign in una rete globale di servizi tecnologici, ma senza esperienza nell'automotive. Per Audi-Volkswagen la scelta incrocia strategia industriale, equilibrio delle forniture e tempistiche di transizione.



Politica e istituzioni: tra moral suasion e Golden Power
Sul fronte istituzionale, il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato di aver preso contatti “per capire quali siano le loro intenzioni”, ricordando che il governo può esercitare moral suasion e favorire incontri, ma “non può fare altro”. Dalla cordata e dai sindacati, però, cresce l’attesa di un intervento anche con il Golden Power per stoppare la trattativa tra Audi-Volkswagen e UST Global. Le sollecitazioni arrivano anche dal territorio: in Piemonte si chiede un ruolo attivo della Regione. “Un intervento delle istituzioni regionali, in sinergia con quelle nazionali, potrebbe risultare decisivo per guadagnare tempo e rafforzare la credibilità di un piano alternativo alla vendita a UST”, ha affermato la consigliera regionale di Avs Valentina Cera.

Cosa è in gioco
Il dossier Italdesign va oltre una compravendita: tocca la traiettoria dell’ingegneria automobilistica europea, la localizzazione di investimenti in ricerca e sviluppo e la tenuta dell’occupazione qualificata tra Germania e Italia, in particolare fra lo stabilimento di Moncalieri e l'indotto si parla di 3.200 lavoratori. Per Roma è un’occasione per "riportare a casa" quote di progettazione e competenze; per Berlino (più che altro Volfsburg) il timore è perdere un tassello strategico nella costellazione Volkswagen. La bilancia si muoverà tra capacità di presentare un piano industriale credibile, garanzie sugli attuali rapporti con il gruppo tedesco e una cornice istituzionale in grado di accompagnare - senza forzare - un eventuale cambio di controlloAl netto di una considerazione, un timore dei sindacali: rimanere dell'orbita Audi-Volkswagen esporrebbe Italdesign alla politica dei tagli del gruppo tedesco, che già ha avviato 25mila licenziamenti.

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