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Alta tensione a Torino

Aska arriva anche in Tv con scontro in studio: dopo Esposito la condanna dell'ex Pd Cerno. L'accusa a D'Orsi: "Vada a lucidare Molotov"

Il caso Askatasuna in prima serata: scontro durante la trasmissione Quarta Repubblica, Esposito ribadisce: parlavo dello sgombero dal 2010

Aska arriva anche in Tv con scontro in studio: dopo Esposito la condanna dell'ex Pd Cerno. L'accusa a D'Orsi: "Vada a lucidare Molotov"

Il caso Askatasuna arriva anche in prima serata televisiva. Ieri sera, nel corso di Quarta Repubblica, il talk condotto da Nicola Porro su Rete 4, il dibattito sullo sgombero e sulle tensioni a Torino ha acceso lo scontro tra ospiti, con posizioni duramente contrapposte.

Tra gli ospiti c'era Stefano Esposito, storico esponente del Partito democratico, che già nei giorni scorsi in un'intervista si era "confessato" sul caso Aska, rivendicando la sua linea di ferma già a partire dal 2010. «Da allora chiedo lo sgombero – ha detto – e mi è costato caro, anche dal punto di vista personale. Da lì sono partate tutte le manifestazioni violente». Per Esposito, quanto accaduto nelle scorse settimane sarebbe la conseguenza di una lunga tolleranza istituzionale.

Di segno opposto l’analisi del professore Angelo D’Orsi, che ha parlato di «uno sgombero di violenza incredibile», denunciando un quartiere militarizzato e la chiusura delle scuole. «Cinquecento bambini tenuti a casa senza un vero motivo – ha sostenuto – lo sgombero è stato un pretesto, e la manifestazione è stata una risposta».

Toni durissimi, invece, da parte del neodirettore de Il Giornale Tommaso Cerno, ex senatore del Pd, che ha salutato l’operazione come un ritorno alla legalità. «È un intervento giusto, anche se tardivo. Parliamo di gente armata, collegata ad altri centri sociali che fanno della guerriglia un mestiere. Prima di scendere in piazza avevano già dichiarato cosa avrebbero fatto», ha aggiunto, sostenendo che chi si è recato davanti allo stabile - politici inclusi - lo ha fatto per «legittimare quella violenza» e che la Val di Susa rappresenterebbe «l’ultimo appiglio per una certa sinistra».

Il confronto è poi degenerato quando D’Orsi ha cercato di interrompere l’intervento di Cerno. «Fascistello, che fa star zitto e parla solo lei, sa tutto lei – ha replicato Cerno – lei e questa convenzione del Comune. Vada a lucidare le molotov», ha detto rivolgendosi al professore, tra le proteste in studio.

Cerno ha poi rivendicato la propria posizione politica: «Sono contento che una parte della sinistra difenda questi ambienti. L’italiano che lavora, paga l’affitto e il mutuo sa distinguere chi propone un certo modello di Paese e chi invece sa che la libertà non è quella». «Fa orrore - ha poi concluso - descrivere tutto questo come un parco giochi di bambini e intellettuali. Quello che ho visto io è guerriglia di delinquenti, e qui in studio vedo un professore che li difende».

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