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TORINO
24 Dicembre 2025 - 07:15
Venti posti letto, piccoli balconcini che affacciano sul giardino e un’assistenza medica garantita 24 ore su 24. All’indomani dell’approvazione del piano socio-sanitario, a Torino si inaugura il primo Ospedale di Comunità.
Situato in via Botticelli 130, nel quartiere Barriera di Milano, è stato definito un nuovo spazio per «una sanità più umana».
L’Ospedale di Comunità è pensato per la cura di pazienti cronici bisognosi di cure temporanee o dimessi da ospedali acuti non ancora pronti per il rientro domiciliare, con un assistenza no stop. In poche parole, offre cure a chi deve proseguire una degenza post operatoria o che si ritrova in una situazione di acutizzazione, ma che può così essere “ospedalizzato” vicino casa.
«La sanità territoriale è il punto nodale della riforma - spiega l’assessore regionale Federico Riboldi - La caratteristica dell’Ospedale di Comunità è proprio quella di essere dentro il quartiere, dentro la circoscrizione e aiuta i cittadini a superare le fragilità stando “a casa“».

In tal senso, durante l’inaugurazione, l’assessore ha parlato di una «sanità umanizzata». Avere un luogo che «ti permette di trascorrere il tempo ospedaliero in una zona prossima all’abitazione, nel proprio quartiere, circondato dai propri affetti e con persone che hanno vissuto l’esperienza comunitaria - aggiunge Riboldi - aiuta ad umanizzare le cure. Non solo la parte clinica ma anche questo aspetto umano che, com’è comprovato, aiuta tanto quanto la cura a superare certi momenti».
Quello di via Botticelli è il primo Ospedale di Comunità inaugurato in Piemonte. Entrerà a tutti gli effetti in funzione terminato il periodo festivo, ma non sarà solo.
Sono infatti previsti altri 29 “fratelli” in tutto il territorio piemontese (6 su Torino) attivati entro la fine del 2026.
Accanto all’Ospedale, si integra l’attività svolta dalla Casa di Comunità - il luogo cioè dove i cittadini che presentano un malore che non rientra nelle gravità da pronto soccorso possono essere assistiti a livello ambulatoriale - e il COT - ovvero, l’attivazione e coordinazione di percorsi assistenziali domiciliari.
Un progetto realizzato con i fondi Pnrr: l’investimento, solo per l’Ospedale, ammonta a 1.179.000 euro per la struttura, più 150mila per apparecchiature.

La struttura, gestita dall’Asl, non “strapperà” capitale umano dagli ospedali. Lo confermo lo stesso Riboldi, sottolineando come «il concorso ora attivo prevede l’assunzione di 700 persone che saranno poi dirottate nei nuovi presidi assistenziali».
Al taglio del nastro, hanno partecipato anche l’assessore regionale Maurizio Marrone e l’assessore comunale Jacopo Rosatelli, con le deleghe al Welfare; il presidente della circoscrizione 6 Valerio Lomanto; il direttore Cosimo Politano e direttore generale Asl Torino Carlo Picco.
«Siamo felici che questa struttura apra qui - commenta Valerio Lomanto, presidente della Circoscrizione 6 -Sarà un presidio molto importante in un quartiere in difficoltà».
Carlo Picco, direttore generale dell’Asl Torino, sottolinea: «Stiamo trasferendo e potenziando i servizi all’interno di strutture più moderne e integrate, per garantire una sanità più efficiente e vicina ai loro bisogni».
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