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L'incubo influenza sul cenone dei piemontesi: 74mila malati «e il peggio deve ancora arrivare»

Al pronto soccorso del Maria Vittoria in una settimana 500 ambulanze e 1.700 pazienti. L'appello: «Andate in ospedale solo se avete difficoltà respiratorie»

L'incubo influenza sul cenone dei piemontesi: 74mila malati «e il peggio deve ancora arrivare»

L'incubo influenza sul cenone dei piemontesi: 74mila malati «e il peggio deve ancora arrivare»

L’influenza in Piemonte “corre”: è già stato superato il picco dello scorso anno e il peggio deve ancora arrivare.

Secondo gli ultimi dati resi noti dal Seremi, il Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia, nella settimana dall’8 al 14 dicembre sono stati più di 74mila, 74.420 per la precisione, i piemontesi messi a letto dall’influenza. Circa 12mila in più rispetto alla settimana precedente, che fanno raggiungere quota 409mila al numero totale dei casi stimati da inizio stagione. L’incidenza risulta così pari a 17,5 casi ogni mille assistiti, in netta crescita rispetto ai 14,6 della settimana precedente e già ben superiore al picco della scorsa stagione, raggiunto a fine gennaio con 15,2. E, come detto, i numeri secondo le previsioni dovrebbero crescere ancora.

A preoccupare, è anche il fatto che a crescere non è solo il numero di casi ma anche l’intensità, in tutte le fasce d’età. Come avviene quasi sempre, i primi a essere più colpiti sono stati i bambini: fino ai 4 anni di età l’intensità è a livello “alto”, mentre dai 5 ai 14 anni ha raggiunto il “molto alto”, cioè il livello massimo. Intensità “media” invece tra gli adulti, ma anche in questo caso ci si attende una probabile salita, man mano che il contagio - complici anche i pranzi e le cene in famiglia delle festività natalizie - passerà dai più giovani ai più anziani.

Il “nemico” numero 1 in questo momento è il virus A/H3N2, il sottotipo più diffuso, ma le analisi di laboratorio confermano che in Piemonte stanno circolando anche Rhinovirus, virus parainfluenzali, virus respiratorio sinciziali e coronavirus, compreso il Sars CoV-2 responsabile del Covid. Vista la situazione, in molti potrebbero essersi pentiti di non essersi vaccinati ma in realtà non è ancora troppo tardi: «Vale ancora la pena di vaccinarsi - spiega Fabio De Iaco, direttore della Struttura complessa di Medicina d’Emergenza-Urgenza dell’ospedale Maria Vittoria di Torino - anche perché il picco non è ancora stato raggiunto e quindi è logico aspettarsi che il virus circolerà ancora per diverse settimane». Nel frattempo, medici e infermieri si rimboccano le maniche: «In una settimana - spiega De Iaco - solo al pronto soccorso del Maria Vittoria sono arrivate 500 ambulanze e 1.700 pazienti in totale e le previsioni dicono che i numeri aumenteranno ancora nelle prossime due settimane. In questi giorni tutti gli ospedali si stanno attrezzando per affrontare la grande affluenza, ma le feste in questo caso non aiutano visto che, come normale, di solito in questo periodo le attività rallentano. L’incremento rapidissimo della diffusione del virus cui stiamo assistendo a Torino proprio in questo periodo e con le riunioni di famiglia che alimenteranno ulteriormente il contagio, non è di certo una buona notizia». I casi gravi non mancano. «In ospedale arrivano tanti anziani che hanno bisogno di ossigeno e anche i ricoveri stanno aumentando». Anche per questo è augurabile che in ospedale si rechi solo chi ne ha davvero necessità: «Con questo virus è normale avere la febbre alta - conclude De Iaco - ma al pronto soccorso dovrebbe venire solo chi accusa problemi respiratori. Tutti gli altri non si devono spaventare e devono restare a casa, curandosi con il paracetamolo».

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