Cerca

Il risiko dei giornali

Spezzatino di Natale in casa Elkann: venduta La Sentinella del Canavese. Ecco cosa accadrà adesso

La testata locale al gruppo dei fratelli Ladisa, aspettando i greci e Caltagirone (oltre allo sciopero)

La Sentinella del Canavese cambia editore: la scommessa di Ladisa tra rilancio e incognite

In casa Elkann per Natale si è servito spezzatino. Ma non in tavola, bensì in ambito editoriale: la prima mossa dello spezzatino del gruppo Gedi è la cessione della Sentinella del Canavese ufficializzata da una nota del gruppo e dalla voce del nuovo proprietario. Vito Ladisa, presidente della Fondazione Carella Ladisa, mette sul tavolo ambizioni e metodo: “Rafforzare la presenza sul territorio, valorizzare il giornalismo di prossimità, investire nel digitale” e costruire un asset integrato con radio, televisioni e testate online. L’orizzonte è chiaro: un progetto regionale che guarda a Piemonte e Valle d’Aosta, con l’impegno – assicura – a un giornalismo “libero, equilibrato e al servizio del territorio”.



Cosa prevede l'operazione
La comunicazione ufficiale di Gedi, controllata dalla holding Exor, ha confermato l’accordo preliminare per la cessione della testata e delle attività digitali a Ledi s.r.l., società interamente detenuta dalla Fondazione Carella Donata, già attiva nell’editoria con il quotidiano L’Edicola. Il perfezionamento è atteso entro gennaio, con efficacia dal 1° febbraio 2026, previo passaggio sindacale e stipula notarile. È il primo tassello di un disegno più ampio: La Sentinella come capofila di una rete multimediale che ambisce a superare i confini del Canavese.

Chi compra
Dietro Ledi c’è Finlad, la holding della famiglia Ladisa: circa 350 milioni di fatturato, oltre 5.000 dipendenti e 22 stabilimenti, leader nella ristorazione collettiva per scuole (anche a Torino), ospedali, ministeri e carceri. Recentemente il gruppo si è aggiudicato tutti gli otto lotti a cui ha partecipato nella maxi-gara del Ministero della Difesa per il quadriennio 2026-2029 (725 milioni). Accanto al food, una passione sportiva: la proprietà del Taranto e un passato nel Monopoli, fino alla Serie C. Sul fronte editoriale, però, c’è un precedente ingombrante: la gestione temporanea della Gazzetta del Mezzogiorno, finita tra interruzioni di pubblicazione, tensioni sindacali e l’addio al bando definitivo.



La partita in casa Gedi
La cessione si inserisce nel più ampio riassetto del gruppo controllato da Exor. O meglio: la dismizzione delle attività editoriale da parte di John Elkann. In primo piano, la trattativa in esclusiva con il gruppo greco Antenna per Repubblica, La Stampa, HuffPost e le radio, con un’offerta stimata tra 120 e 140 milioni. Un quadro in movimento, che rende ancora più urgente chiarire il perimetro editoriale e industriale dei quotidiani locali.

Ma gli armatori Kyriakou sembrano intenzionati a cedere La Stampa in un secondo momento: e qui i favori sembrano i Ladisa, anche se alla ricerca di un partner sul territorio. Dopo il nome del costruttore Dogliani, prima di Natale si era fatto quello di Caltagirone

Inoltre, prende sempre più piede l'ipotesi che gli Agnelli/Elkann non abbandonino del tutto il quotidiano di famiglia (Elkann, a 21 anni, fu nominato presidente dell'allora Italedi direttamente dal nonno Gianni Agnelli), mantenendo una quota minoritaria nella nuova società. E il rapporto con la fondazione Specchio dei Tempi di cui è presidente Lavinia Borromeo, moglie di John Elkann.

I giornalisti del gruppo, intanto, promettono un nuovo sciopero, ma non è detto quando.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.