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L'EMERGENZA
08 Aprile 2023 - 07:38
Quasi 200 milioni di euro da utilizzare tra il 2022 e il 2024 per nuove assunzioni a fronte di una carenza di “camici bianchi” che non conosce soluzione di continuità. Soldi mai utilizzati, a quanto pare. «Mancano circa 6mila professionisti, a partire dai medici a finire con il personale amministrativo e con una cifra simile se ne assumerebbero almeno 4mila» denunciano coralmente Cgil, Cisl, Uil, Fisnal, Nursind e Nursing Up. Se, come si suol dire, le abitudini sono dure a morire, sul fronte sanitario si può pensare che il Piemonte sia rimasto ancora ancorato al “piano di rientro” in vigore dal 2010 al 2017. Almeno, per quanto concerne nuovi contratti per il personale.
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Questo l’assunto da cui partono tutti i sindacati del comparto, attaccando frontalmente la Regione per non avere rinforzato l’organico degli ospedali e a disposizione della medicina territoriale, non abbia costretto le Asl a spenderli a dovere. «Dal Covid non abbiamo imparato nulla e il fatto di dirottare le risorse per le assunzioni su altre voci di bilanci ci fa pensare che esista una sorta di “sistema” per fare in modo che i bilanci sempre in rosso delle Asl, a fine anno, risultino comunque in pareggio» attacca Massimo Esposto della Funzione pubblica Cgil. Ed ecco le cifre, «Il governatore Cirio ci ha confermato che le Asl hanno ancora a disposizione 50 milioni di euro del 2022 per arrivare al “tetto di spesa” per le assunzioni che non sono stati utilizzati» spiega Antonio Di Capua della Fpl Uil. E ancora, altri 23 milioni di euro sul 2023 come prima “tranche” garantita dal Decreto Calabria che anticipano un complessivo di 58 milioni di euro da spendere entro il 2024. «La Regione ci ha garantito che li utilizzerà nell’anno in corso, ma quando? Siamo già ad aprile e se calcoliamo che per un’assunzione possono volerci fino a tre mesi, non sappiamo proprio immaginare come faranno» aggiunge Daniele Baldinu della Fials. Per finire, altri 87 milioni di euro sarebbero a disposizione dall’approvazione del Decreto Rilancio. «Basterebbe spendere 50 milioni di euro per assumere mille infermieri» sottolinea Francesco Coppolella del Nursing Up ricordando che i soldi per coprire i bilanci delle Aziende sanitarie pubbliche ci sarebbero comunque.
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«Il Piemonte ha ottenuto 35 milioni di euro per gli “infermieri di comunità”, altri 25 milioni di euro per il potenziamento dell’assistenza domicialiare, altri 20 milioni di euro per aumentare i posti letto negli ospedali e 6 milioni di euro per la rete di emergenza e urgenza» chiosa Coppolella. Tutto a questo nel pieno di un’emergenza che non conosce soluzione di continuità proprio dal punto di vista degli organici. «Le Asl sono riuscite a presentare progetti di “reinternalizzazione” di servizi solo per il 7% delle effettive necessità e questo spiega anche perché i professionisti della sanità, oggi, arrivino a dover garantire fino a diciannove turni di reperibilità al mese, laddove la legge ne preveda sette» sottolinea Claudio Delli Carri del Nursing UpE dire che l’efficacia dell’investimento non sarebbe nemmeno da dimostrare. «Con cento assunzioni solo all’Asl Città di Torino si arriverebbero a risparmiare 1,8 milioni di euro in servizi esternalizzati» commenta Alessandro Bertaina dell Fp Cisl. «Per questo ci sembra che la Regione abbia poca capacità di convincimento nei confronti delle Asl».
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