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Città della Salute

Il cancro lo stava per soffocare: salvato a 18 anni dai chirurghi delle Molinette

A Enrico Giovara di Leini, 18 anni, i medici hanno asportato una massa tumorale che gli ostruiva completamente la trachea con un intervento mininvasivo in broncoscopia, presso l'ospedale Molinette di Torino

Il cancro lo stava per soffocare: salvato a 18 anni dai chirurghi delle Molinette

Enrico Giovara, 18 anni. Il cancro lo stava per soffocare, salvato dai chirurghi delle Molinette

Ha rischiato di restare soffocato da un cancro dal diametro di due centimetri che gli ostruiva la trachea ma è stato salvato dai chirurghi della Città della Salute e della Scienza attraverso un intervento, per certi versi, unico nel suo genere. Un giovane paziente di 18 anni, Enrico Giovara di Leini, trasferito a fine marzo dal San Giovanni Bosco alle Molinette per essere sottoposto alla rimozione di una massa tumorale che gli ostruiva completamente la trachea con un intervento mininvasivo in broncoscopia ad alto rischio, dopo essere stato ricoverato per una grave insufficienza respiratoria acuta che non aveva risposto alle terapie per asma bronchiale, malattia di cui era affetto. «Ora non vedo l'ora di tornare in sella alla mia motocicletta da "enduro" e completare l'anno scolastico» commenta il giovane, liceale allo scientifico Giordano Bruno.

La grave insufficienza d’organo, che non era gestibile anche dopo l’intubazione del paziente, era in realtà dovuta ad un emanginoma cavernoso benigno che, seppur nin costringendo ad alcuna chemio o radioterapia, ha imposto la necessità di ricorrere alla circolazione extracorporea da parte del gruppo anestesiologico, guidato dal dottor Sergio Livigni, per mantenere in vita il giovane paziente.

Dopo un paio di giorni, necessari per l’ottimizzazione dell’ossigenazione e delle condizioni generali, grazie alle équipes di Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) e rianimatorie (dirette dai professori Luca Brazzi, Vito Fanelli e Chiara Bonetto) dell'ospedale Molinette, il paziente è stato sottoposto a broncoscopia con strumento rigido da parte del professor Paolo Solidoro e del dottor Giuseppe Tabbia della Pneumologia universitaria (diretta dal professor Carlo Albera).

La procedura si è svolta senza complicazioni, con l’assistenza del dottor Massimo Consoli, presso la sala della Rianimazione del pronto soccorso, di grande esperienza nella gestione di interventi in circolazione extracorporea, coordinata dalla dottoressa Marinella Zanierato.

«Una collaborazione ed interazione virtuosa tra équipes di diversi ospedali e di diverse specialità nell’effettuazione di una rete interventistica e terapeutica con ottimi esiti sui pazienti» commentano da Molinette e San Giovanni Bosco. «Si è trattato di un intervento particolare perché condotto con un "broncoscopio rigido" che permette di fare delle manovre invasive pur non passando da una ferita chirurgica ma dalle vie aeree. In questo caso specifico la difficoltà è stata data dalla necessità di ricorrere alla circolazione extracorporea perché, altrimenti, il paziente non avrebbe potuto sopravvivere» spiega il professor Paolo Solidoro che ha completato l'operazione e dimesso il paziente nell'arco di quarantotto ore. «Per tutta la nostra squadra è stata una grande soddisfazione».  La rimozione della massa è stata eseguita, infatti, con un intervento ad alto rischio di sanguinamento e di mortalità intraoperatoria su un paziente in gravissime condizioni cliniche. 

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