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Agricoltura

Statale 460, Coldiretti Torino contro la Variante

L’organizzazione denuncia la mancata considerazione delle richieste del settore agricolo e chiede modifiche al tracciato, indennizzi adeguati e misure per mitigare l’impatto ambientale

Statale 460, Coldiretti Torino contro la Variante

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La pubblicazione del bando di gara per la progettazione definitiva della Variante alla Statale 460, nel tratto Front-Salassa, ha sollevato forti critiche da parte di Coldiretti Torino, che denuncia la mancata considerazione delle preoccupazioni del settore agricolo.

L’organizzazione aveva già inviato alla Città Metropolitana di Torino un documento con 26 osservazioni per mitigare l’impatto del progetto sulle attività agricole locali, ma non ha mai ricevuto risposte. Un anno fa, Coldiretti aveva nuovamente sollecitato un confronto, incontrando ancora una volta il silenzio delle istituzioni. Ora, con la pubblicazione del bando, l’organizzazione esprime indignazione per un processo decisionale portato avanti senza coinvolgere chi lavora sul territorio.

La questione è aperta da anni. Tre anni fa, Coldiretti aveva organizzato un corteo di 50 trattori e 200 agricoltori per protestare contro il consumo di suolo agricolo in Canavese. La richiesta era quella di modificare il tracciato originario, progettato oltre trent’anni fa dalla Provincia di Torino, che secondo Coldiretti avrebbe un impatto devastante sull’agricoltura dell’Ovest Canavese.

Oltre alla contestazione del tracciato, Coldiretti propone soluzioni concrete per ridurre gli effetti negativi sul settore agricolo. Tra le richieste figurano interventi idraulici per prevenire allagamenti, adeguamenti alla viabilità rurale e una gestione delle opere di scolo più funzionale alle esigenze dei campi. L’organizzazione chiede inoltre garanzie affinché il progetto non comporti ulteriori sottrazioni di terreni agricoli per opere di naturalizzazione improduttiva.

Un altro tema centrale è quello degli indennizzi per gli espropri, che Coldiretti ritiene inadeguati se calcolati solo sul valore catastale dei terreni. L’organizzazione propone un nuovo metodo che tenga conto anche del valore economico della produzione agricola perduta a causa della cementificazione.

Infine, Coldiretti richiama l’attenzione sull’importanza di tutelare l’agricoltura come pilastro delle comunità locali. Sottolinea come gli agricoltori siano custodi del territorio e come la loro presenza garantisca la continuità di attività economiche radicate da generazioni, a differenza di altri settori più volatili.

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