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In Consiglio comunale

Askatasuna, passa la mozione "anti violenza": «Chi firma un Patto, deve ripudiarla»

Il centro sociale è stato ancora al centro delle polemiche oggi a Palazzo civico

Askatasuna, gli atti in Procura: chi ha dato le chiavi agli occupanti?

Chi vuole firmare un Patto di collaborazione e prendersi cura di una proprietà comunale, deve «ripudiare la violenza e accettare il metodo democratico»: regole contenute in una mozione che il Consiglio comunale di Torino ha approvato, pochi minuti fa, su proposta della maggioranza di Centrosinistra (e sostenuta anche da Lega e Torino Bellissima, con Fratelli d'Italia astenuta e il resto dell'opposizione che non ha partecipato al voto). 

Il documento non cita esplicitamente Askatasuna ma è fatto apposta per spegnere le polemiche in merito al Patto in corso con il gruppo di cittadini che vogliono occuparsi dell'immobile di corso Regina Margherita 47. Anche perché in concomitanza sono state bocciate altre due mozioni sul tema, presentate da Silvio Viale (Più Europa-Radicali) e da Ferrante De Benedictis (Fdi). E proprio domani, salvo imprevisti, verrà approvato il rinnovo del Patto di collaborazione su Aska, in scadenza il 15 marzo.

Come detto, la mozione presentata dalla maggioranza di Centrosinistra impegna l’amministrazione ad inserire una clausola nel Regolamento dei Beni Comuni: bisognerà aggiungere “l’accettazione del metodo democratico e il ripudio di ogni forma di violenza nelle attività sociali e culturali svolte nell’ambito del Patto, l’impegno a non promuovere né tollerare atteggiamenti, dichiarazioni o azioni discriminatorie, con particolare riferimento al ripudio dell’antisemitismo e dell’islamofobia e, in caso di violazione di tali principi, di determinare la cessazione del Patto di Collaborazione, previo accertamento da parte dell’Amministrazione". Tutti principi che, sottolinea il documento a prima firma Claudio Cerrato (Pd), devono essere promossi nelle attività di gestione e valorizzazione dei beni comuni urbani: «Non riteniamo che sia il momento di modificare il Regolamento, come proponeva Viale: è meglio impegnare il sindaco e la Giunta - entra nel merito il capogruppo dei Dem - Dal punto di vista politico, quella della Città su Askatasuna è una grande scommessa: lì, per quasi 30 anni, lo Stato è entrato solo solo con caschi e scudi. E c’erano attività che non rispettavano a pieno le regole, come i concerti. Ora non succede più, c’è un percorso in atto con proponenti e garanti che non sono attivisti del movimento Askatasuna».

L'approvazione della mozione fa cantare vittoria a Viale mentre restano i dubbi dell'opposizione sul centro sociale, espressi durante la discussione delle mozioni. Quella del Centrodestra, in particolare, chiedeva lo sgombero dell'immobile: «Un anno fa avevate annunciato trionfalmente che Aska si era "autosgomberata", invece sono sempre stati lì e continuano a rimanerci nonostante l'inagibilità - tuona De Benedictis - E ora scopriamo che hanno le chiavi di tutto lo stabile, come emerso anche durante il sopralluogo della scorsa settimana. È grave che non venga rispettato un atto pubblico».

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