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29 Dicembre 2023 - 18:21
Reati in aumento, specie contro il patrimonio. E poi la droga che dilaga, ma anche gli scontri al Campus e il possibile sgombero di Askatasuna. Sono i temi principali toccati dal questore Vincenzo Ciarambino nella conferenza stampa di fine anno.
Come si spiega questo boom di reati a Torino nel 2023?
«Crescono i reati perché aumenta la criminalità diffusa da strada, quella che ha necessità di acquisire risorse in modo illegittimo per potersi mantenere e spenderle per i propri bisogni».
Cosa può fare la polizia?
«Non abbiamo una ricetta, né una bacchetta magica, occorre aumentare prevenzione e controllo del territorio e dare sempre più fiducia ai cittadini, anche nel segnalare e denunciare. Dobbiamo lavorare nella percezione della sicurezza perché questa viene minata anche nelle aree più tranquille, dove i reati vengono commessi di meno».
A Torino dilaga l’eroina, siamo tornati indietro nel tempo?
«Il ritorno dell’eroina in città ci preoccupa. Anche perché più ne sequestriamo significa che più il mercato ne sta richiedendo e quindi c’è più esigenza rispetto a prima. Era una piaga negli anni ‘70, ora sembra che stia tornando a riversarsi sulle generazioni degli anni Duemila. Ma oltre all’eroina c’è anche il crack, quella che comunemente viene chiamata “droga dei poveri”. Ebbene, ne stiamo sequestrando tantissima, specie a Barriera di Milano e Aurora».
Il vostro organico è sempre carente o i 240 agenti promessi da Piantedosi sono arrivati?
«Gli agenti promessi dal ministro sono arrivati in città. E a breve verranno tutti quanti assegnati ai rispettivi uffici».
Tornando all’ordine pubblico, come risponde alle polemiche dopo gli scontri al Campus?
«Rispondo dicendo che solo uno dei due interventi (i fatti risalgono al 5 dicembre, ndr) era all’interno, l’altro è avvenuto fuori. E per quello nel Campus ricordo che le parti erano già in contatto e che, per prevenire reati, ad eccezione delle ambasciate la polizia può intervenire ovunque».
Riguardo ad Askatasuna, se il Comune e la Procura vi chiederanno di sgomberare lo stabile, siete pronti a farlo?
«Noi siamo pronti a collaborare con tutte le istituzioni per garantire il rispetto dell’ordine pubblico».
Ma lei ritiene opportuno lo sgombero del centro sociale?
«Non spetta a me decidere su quest’argomento, sono altri che devono farlo».
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