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LE REAZIONI
06 Febbraio 2024 - 16:04
"La situazione è drammatica", "C'è molta incertezza", "E' andato tutto a catafascio". Si coglie tanta rabbia e sfiducia nelle parole degli operai in uscita dalla Porta 2 di Mirafiori. Dopo l'estensione della cassa integrazione fino a fine marzo (ben sette settimane) e le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares che aveva indicato lo stabilimento di Torino come quello più a rischio tagli insieme a Pomigliano, il morale di chi lavora nello stabilimento di corso Tazzoli per produrre la 500 è crollato. Così come le vendite dell'utilitaria elettrica per cui, dal 13 febbraio, si prevede un ulteriore calo produttivo.
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"Tavares ci tiene sulle spine, è meglio che decida sul futuro di Mirafiori" sottolinea Cinzia, addetta al montaggio della 500. "Ricordate al nostro amministratore delegato che in Francia, se chiude un'azienda, gli fanno un c**o così e lo appendono ai cancelli" evidenzia Francesco, mentre mostra con orgoglio la camicia con su scritto "Fiat". "Qui dentro c'erano tre linee della Uno, si produceva la Ypsilon, la Croma e la Tema - ricorda Luigi -, dovevamo fare a spintoni per lavarci negli spogliatoi, ora siamo rimasti in 5 o 6 lavoratori".
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Le richieste sono sempre le stesse ma continuano a cadere nel vuoto. "A Mirafiori occorre un nuovo modello che abbia un costo medio" evidenzia Gianluca che lavora nel reparto lastratura. "La 500 elettrica non basta a sostenere la produzione perché è troppo costosa - aggiunge Maria -, la fascia media non può permettersela".
"L'annuncio delle quattro settimane aggiuntive alle tre già dichiarate di cassa integrazione è ovvio che crea un clima di panico" spiega Lillo: "Mi auguro che l'amministratore delegato e il governo smettano di litigare e vengano dati nuovi incentivi per sostenere la produzione e il lavoro a Mirafiori".
Ad accogliere gli operi all'uscita stamattina c'erano i sindacalisti Fiom, Fim e Uilm che promuovevano l'assemblea di domani.
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