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Il fatto
29 Giugno 2024 - 08:37
Una “pace” durata appena tre giorni. Perché tanti ne sono passati dal blitz interforze che ha liberato la Sempione alla ripresa, da parte dei disperati, dell’ex piscina abbandonata. Da un lato del muro i ragazzi dell’asd Rebaudengo giocano a pallone sui campi durante l’estate ragazzi. Dall’altra parte, i tossici hanno ripreso a bucarsi sopra il trampolino e a fumare il crack seduti su vecchie sedie in mezzo alla sporcizia e al degrado. «Siamo stati tranquilli per qualche giorno, poi tutto è tornato come prima», sospirava ieri mattina Pasquale Giglio, il presidente del Rebaudengo. Il fumo è tornato ad alzarsi in cielo, a causa del fuoco acceso dagli occupanti. Che ieri erano in quattro, tra italiani e stranieri, a bazzicare tra gli spogliatoi del vetusto impianto sportivo di via Gottardo.
Visi scavati dal consumo di droga, quelli degli “ultimi” ritornati padroni dell’impianto, che adesso non è nemmeno più murato e anzi, è facilmente accessibile. Di tanto in tanto, ragazze che in faccia mostrano i segni del crack lasciano il marciapiede di via Cigna (dove provano ad attirare clienti a cui vendere il proprio corpo in cambio dello stupefacente) per addentrarsi nella vecchia piscina e fare un paio di fumate della cosiddetta “droga dei poveri”. E pensare che era solo martedì pomeriggio quando la polizia e i vigili urbani durante il controllo straordinario del territorio ad “alto impatto” entravano nella Sempione abbandonata per liberarla dagli occupanti abusivi. Otto persone, trovate lì dentro, erano state denunciate. Una di queste, destinataria di un'ordine di carcerazione, era stata arrestata. Dopo il blitz, a cui aveva preso parte anche la Circoscrizione 6, i mezzi disboscavano una specie di foresta che era cresciuta rigogliosa complice l’incuria.
Ma appunto, 72 ore dopo la musica è ritornata la stessa. Sono tornati il fumo e anche il “buco” libero. Ed è tornato il crack. Sì, proprio la droga che a livello fisico e mentale genera i più devastanti effetti in coloro che l’assumono. Quella droga per cui, solo pochi giorni fa, aveva espresso tutta la sua preoccupazione anche il sindaco Stefano Lo Russo. «Il crack è una vera e propria epidemia. E’ una sostanza - queste le parole del primo cittadino - che ormai sta dilagando anche tra i giovanissimi, che produce dipendenza molto rapidamente e anche aggressività. E questo è un tema complesso che si somma a una serie di questioni sulle fragilità sociali e psichiatriche, psicologiche di molte persone che vivono per strada». Più che persone, fantasmi. Come quelli ce a distanza di pochi giorni, si sono ripresi l’ex Sempione.
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